Inutile girarci intorno anche stavolta i viola si sono allineati alla mediocrità dell’avversario, ma per fortuna c’è Kean
All’andata fu la Fiorentina B a fare il compitino, al ritorno non è bastata la Fiorentina A a battere i modesti sloveni del Celje. Al Franchi infatti è arrivato un modesto pareggio per 2-2, in cui si è potuto apprezzare più la voglia degli sloveni che la qualità dei viola. Cambiano gli uomini ma non la sostanza: la squadra viola era e resta disorganizzata, senza idee e affidata esclusivamente alle giocate dei singoli.
E’ bastata una formazione assolutamente modesta ma meglio organizzata e con un’idea chiara di gioco per mettere in difficoltà la Fiorentina, sia all’andata che al ritorno. Tanto basta per far capire quanto poco, anche stasera, si sia visto di buono.
La Fiorentina si conferma squadra piccola con le piccole, incapace di mettere in campo una trama di gioco riconoscibile, incapace di elevarsi rispetto alla mediocrità dell’avversario ma anzi riuscendo spesso a fare addirittura peggio.
Era un’impresa non facile quella di prendere due gol dal Celje ma la Fiorentina ce l’ha fatta regalando due reti da squadra distratta e, ancora una volta, disorganizzata. Tanta confusione, poche idee e una sola certezza: palla lunga a Kean. E così è arrivato anche il gol che ha salvato la Fiorentina dalla figuraccia europea.
L’attaccante ancora una volta si è preso la squadra sulle spalle per portarla fuori dalle sabbie mobili in cui da sola si era cacciata.
Possibile che ci si debba abituare a questa pochezza di gioco? Possibile che questa Fiorentina non sappia minimamente cambiare spartito? Possibile che la Fiorentina più forte dell’era Commisso sia tutta qui?
La Fiorentina approda in semifinale di Conference League e chissà magari stavolta contro un Betis che sulla carta è almeno alla pari dei viola potrà tornare a fare quel gioco che tanti frutti ha portato contro le big.
A questo punto della stagione è ormai chiaro: la Fiorentina non sa imporsi con le piccole, non ha idee e organizzazione per uscire dalle difficoltà con il gioco. Lunedì a Cagliari, contro una formazione che deve salvarsi e che giocherà col coltello tra i denti, servirebbe una Fiorentina capace di imporsi con personalità e gioco. Invece, è facile pronosticare, ci sa da soffrire tremendamente ancora una volta.
Di
Francesco Zei