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Kalinic fa felice Firenze. Quando il calcio batte l’economia

CON la sua telefonata al sito croato Sportske.hr ha preso tutti in contropiede, compresi gli agenti in odore di megacommissione e quindi riuniti in precipitosa carovana verso Firenze, oh Nikola, ma sei sicuro, hai capito bene che laggiù ti avrebbero ricoperto d’oro? Kalinic ha rinunciato ai soldi della Cina con parole definitive, una scelta assolutamente calcolata e non comune considerati gli zeri, sebbene poi si sia scatenato il traffico delle dietrologie per trovare spiegazioni trasversali. E’ stato Kalinic, in completa autonomia e senza aver informato i suoi agenti, a contattare un cronista croato amico per dettare l’irrevocabilità della sua scelta: «Resto alla Fiorentina, è una mia decisione – così l’attaccante a Sportske.hr, che ha diffuso le parole poco prima dell’ora di pranzo – .

NON so quanto il Tianjin abbia proposto alla mia società, io ho ricevuto un’offerta e ho deciso di rimanere. È la mia scelta finale. In questi giorni c’è stata una pressione incredibile, come se mi volessero spingere verso la Cina. Ma ringrazio il mio allenatore e i miei compagni. Il pubblico e, in generale, i giornalisti hanno creato un’atmosfera del genere. Ma non i tifosi».
Punto. Anche a capo? Restano i numeri (mostruosi) di un’operazione appassita quando in molti consideravano impossibile un finale diverso, con grandissima soddisfazione dei tifosi viola: il Tianjin aveva offerto al giocatore un quadriennale da 10 milioni netti a stagione e stava per presentare alla Fiorentina (che aveva fissato una clausola a 50 milioni) un’offerta da 38 milioni più bonus. La società viola non aveva mai cominciato la trattativa, non avendo avuto notizie dal proprio giocatore. In serata poi la Fiorentina ha espresso la sua posizione con un comunicato: «La Fiorentina apprende con grande piacere e soddisfazione le dichiarazioni rilasciate da Nikola Kalinic alla stampa croata e la sua intenzione di voler restare a Firenze per proseguire in maglia viola la sua carriera».

COSÌ il club viola dopo aver verificato la veridicità del contenuto dell’intervista del giocatore, al quale aveva evidentemente lasciato ampio margine di manovra nel rispetto della ’libertà di pensiero’ concessa dalla clausola. La Fiorentina ha poi ribadito di non essersi mai seduta a nessun tavolo di trattativa per la cessione di Kalinic «in quanto lo considera un punto di forza della propria squadra e non a caso ha fissato un’importante clausola rescissoria proprio per scoraggiare eventuali acquirenti».
Tutto è bene quel che finisce bene, o benino dal punto di vista degli zeri con cui tappezzare il bilancio, ma a volte succede perfino che il calcio batta l’economia. E Firenze festeggia, quasi come dopo la vittoria contro la Juve.

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