Kalinic ci prova per Empoli, servono anche i suoi gol. E Sousa durante la sosta deve lavorare sulla testa della Fiorentina

La prima notizia potrebbe e dovrebbe arrivare dall’infermeria. E sarebbe la più attesa di tutte. Nikola Kalinic non ha risposto alla chiamata della Nazionale croata per un problema muscolare e le sirene viola si sono subito accese in vista del derby. Ma l’attaccante della Fiorentina vuole esserci ad Empoli, e probabilmente ci sarà. Le due settimane di tempo consentono di curare una lesione che non è grave e potrebbero permettere al croato di essere a disposizione alla ripresa del campionato. E’ vero che Babacar reclama (e forse merita) più spazio ed è vero anche che il Kalinic visto contro la Sampdoria non ha certo strappato applausi e consensi dai tifosi, ma l’attaccante è il fulcro della manovra viola in questo momento e quando ha girato (e segnato) lui, soprattutto in trasferta, la Fiorentina ha vinto e convinto. Sousa lo osserva da vicino e lo aspetta, lui stringe i denti e farà di tutto per esserci. Senza, ovviamente, forzare il rientro.

Le due settimane di sosta consentiranno a Sousa anche di lavorare di più sulla squadra, dopo un mini-ciclo altalenante che si è chiuso con il secondo tempo deludente contro la Sampdoria. Per molti un calo fisico che non ha permesso alla Fiorentina di mantenere gli stessi standard del primo, per altri un segnale di poca concentrazione e cattiveria agonistica della squadra. Comunque sia, l’allenatore portoghese ha tempo e modo (nonostante i tanti nazionali) di lavorare sulla mente di un gruppo a cui in questo momento non mancano le idee quanto il ritmo, la grinta e la dinamicità. Doti fondamentali in una partita sentita come il derby contro l’Empoli, mai battuto da Sousa l’anno scorso e che adesso ha ritrovato i sorrisi ed i gol dei suoi attaccanti dopo il 4-0 di Pescara. E’ il momento peggiore, da inizio stagione, in cui affrontare i cugini toscani. Sousa lo sa, Kalinic pure. Serve il croato e la Fiorentina del primo tempo contro la Samp per vincere e non perdere ancora altro terreno dalla zona Europa.