Rassegna Stampa

Juventus, caso plusvalenze: perquisizioni a Torino e Milano. Cosa rischiano i bianconeri

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La procura ha aperto un fascicolo per capire fino in fondo alcuni movimenti del club bianconero

È un’indagine complessa quella della Procura di Torino sulla dirigenza della Juventus. Finora si era pensato che ad accendere per prima i fari sulle plusvalenze juventine fosse stata la Consob, con una verifica ispettiva sulle società quotate in Borsa. E che le anomalie emerse già in questa fase avessero fatto interessare la Covisoc prima e la Procura federale poi, con tanto di apertura di fascicolo in ambito sportivo alla fine di ottobre. Scrive La Gazzetta dello Sport.

In realtà l’indagine penale, denominata Prisma e avviata a maggio, si è interfacciata a più riprese con gli accertamenti della Consob, come si legge nel comunicato della Procura torinese: «Delle attività in corso è stata data comunicazione alla Consob e alla Procura Federale istituita presso la Figc».

Sotto la lente di ingrandimento sono finiti diversi affari, alcuni molto importanti. In particolare quello della Juventus con il Barcellona che ha poi portato alla cessione di Pjanic (60 milioni) ai catalani. Preceduta dall’acquisto di Pereira Da Silva (8 milioni) e poi di Arthur (72 milioni) e Marques (8,2 milioni) da parte del club di Andrea Agnelli. Che avrebbe ricevuto complessivamente quasi 50 milioni di plusvalenze.

Stesso discorso con il Genoa con i 18 milioni di Rovella, ceduto alla Juve. Mentre facevano il percorso inverso Portanova (a 10 milioni) e Petrelli (a 8). Ma c’è dentro anche l’affare Cancelo-Danilo con il Manchester City.

L’indagine sportiva

Questo genere di situazioni è stato sempre affrontato con una certa fatica sia dalla giustizia sportiva sia da quella ordinaria per la difficoltà di individuare dei criteri oggettivi per la valutazione di un calciatore. Il rischio, in termini di codici sportivi, è quello di una multa o di una lieve penalizzazione. A meno che non si riesca a provare una “alterazione” ai fini dell’iscrizione al campionato, circostanza che porterebbe ovviamente a sanzioni più severe. Ma è un’ipotesi che sembrava lontana dopo le prime informazioni sull’apertura del fascicolo da parte della Procura Figc, che però – a quanto si legge nel comunicato – era già al corrente dell’indagine Prisma.

Perquisizioni a Milano e Torino: sei indagati

Secondo quanto riporta l’ANSA sono state effettuate perquisizioni della guardia di finanza in locali di pertinenza della Juventus a Torino e Milano. Le Fiamme Gialle stanno recuperando documenti relativi alla compravendita di diritti alle prestazioni sportive e alla formazione dei bilanci per gli anni 2019-21. Ci sono sei indagati nell’inchiesta della procura di Torino che ha fatto scattare le perquisizioni della guardia di finanza nelle sedi della Juventus di Torino e Milano.

Secondo quanto si apprende sono il presidente Andrea Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedved e l’ex responsabile dell’area sportiva Fabio Paratici. Tra gli indagati, sempre secondo quanto si apprende, ci sono anche l’attuale Chief Corporate & Financial Officer Stefano Cerrato, l’ex Chief Corporate & Financial Officer, Stefano Bertola e l’ex dirigente finanziario Marco Re. Il reato ipotizzato sarebbe quello del falso in bilancio.

Nel mirino della Guardia di Finanza anche Cristiano Ronaldo

Ci sono accertamenti anche sui rapporti economici con Cristiano Ronaldo nell’inchiesta della procura di Torino e della guardia di finanza sui conti della Juventus che ieri ha portato a una serie di perquisizioni. Il calciatore non risulta indagato. I militari però hanno ricevuto dai magistrati l’incarico di cercare “documenti e scritture private” relative al contratto e alle retribuzioni arretrate. Riporta sempre l’ANSA.

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