Non solo i 15 punti di penalizzazione, la Juve rischia grosso anche con la vicenda degli stipendi posticipati. Possibili maxi multe
Non è finita. La giornata più nera della Juventus negli ultimi dieci anni è solo l’antipasto di qualcosa che dovrà ancora accadere. Se il sistema delle plusvalenze vale 15 punti di penalizzazione e qualche anno di inibizione per i dirigenti che l’hanno amministrata per quasi un decennio, cosa succederà adesso? La Procura federale ha altri due dossier aperti sulla questione, tutti ispirati dalla mole infinita di carte dell’inchiesta Prisma, l’indagine condotta dalla procura di Torino. Quindici faldoni, migliaia di pagine di intercettazioni e interrogatori. Che possono portare a nuove sanzioni, altrettanto gravi. Così scrive La Repubblica.
STIPENDI. La decisione della Corte rafforza ulteriormente l’indagine bis sulle plusvalenze emerse dalle carte: altri affari, altri scambi su cui ha acceso i fari il procuratore Chinè. In ballo, però, c’è molto di più. Il dossier più caldo riguarda le cosiddette manovre stipendi. Le operazioni con i calciatori con cui la Juventus, nelle stagioni 2019/20 e poi 2020/21, ha posticipato una parte dei pagamenti dovuti ai suoi calciatori, facendo firmare loro prima una rinuncia e poi degli accordi per restituire, se non tutti i soldi, almeno una ampia parte. Soltanto la prima manovra riguardava una novantina di milioni di stipendi, di cui 61 soltanto posticipati. La seconda invece, discussa non collettivamente, ma giocatore per giocatore, ha raccolto solo 17 adesioni. Ma sempre, l’accordo per posticipare i pagamenti è stato scritto su carte non federali. E depositato in un secondo momento, almeno questo ha ritenuto la procura di Torino.
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Redazione LaViola.it