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Juve, intercettazione Agnelli-Elkann: “Si sono allargati”. E sull’Atalanta…

Juventus Andrea Agnelli

Chiesto il rinvio a giudizio per 12 persone e la Juventus. Intanto emergono nuove intercettazioni. Paratici fa riferimento ad altre società

Ieri per Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Maurizio Arrivabene la Procura di Torino ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta Prisma, che indaga sui conti del club bianconero dal 2018 al 2021. La richiesta è arrivata per 12 persone più la Juventus (stralciata la posizione di tre ex componenti del collegio sindacale): 15 faldoni in cui ci sono le intercettazioni, la consulenza tecnica relativa alla trascrizione integrale di 6 file audio registrati nell’ambito delle intercettazioni, numerosi verbali delle testimonianze di giocatori bianconeri, la citazione di Cristiano Ronaldo come persona informata sui fatti e le memorie presentate dai difensori di alcuni indagati. Le accuse sono di false comunicazioni sociali, ostacolo alla vigilanza, aggiotaggio e false fatturazioni. I pm hanno ricostruito il sistema delle «plusvalenze fittizie» e delle «manovre stipendi» (differimento delle mensilità dovute ai calciatori durante il Covid) con cui la Juve avrebbe truccato i bilanci dal 2018 al 2021. Il prossimo passo sarà l’udienza preliminare, che potrebbe essere fissata a inizio 2023. Così scrive La Gazzetta dello Sport.

TROPPE PLUSVALENZE. Secondo la tesi degli inquirenti tutti sapevano del sistema utilizzato per far quadrare i conti. Una teoria supportata dalle conversazioni telefoniche, in particolare una tra Andrea Agnelli e John Elkann (che non è indagato). Nel settembre 2021 Agnelli dice al cugino, azionista di maggioranza della Juve: «Noi abbiamo sempre preso dei rischi e il consiglio è sempre stato informato che siano stati presi e si sono sempre trovati dei correttivi strada facendo». «Si però come ricordi tu avevi detto che alla fine c’è stato, da parte della direzione sportiva, (…) si sono allargati. Ci sono tutta una serie di operazioni che hanno fatto», è la replica di Elkann. Agnelli accenna poi all’«eccessivo ricorso allo strumento delle plusvalenze, se ti crolla il mercato, ti crolla il mercato! Questo è un dato di fatto». C’è anche un passaggio su Massimiliano Allegri, che secondo John deve fare attenzione «a non dire che le politiche che sono state fatte in questi anni erano dissennate, si è speso un sacco di soldi per dei giocatori che non sanno». Poi aggiunge: «Quelle erano le prerogative del mercato in quel momento, adesso bisogna gestire le cose al meglio, tanto alla fine di quello che hanno fatto gli altri prima chissenefrega». Chiosa Agnelli: «Sì sono d’accordo».

ATALANTA E NON SOLO. C’è poi tutto il filone del legame con le altre società: dalle intercettazioni vengono fuori «partnership» con società terze, con «opacità dei rapporti debito/credito». Si ipotizza anche il rischio di «porre in pericolo la lealtà della competizione sportiva». Ne viene fuori che alcune operazioni venivano portate avanti sotto traccia, come confermerebbe una telefonata tra Agnelli e Luca Percassi, a.d. dei bergamaschi: «Su un numero di elementi che abbiamo, io in questo momento devo stare fermo — dice il bianconero —, perché abbiamo Consob, Guardia di finanza e qualsiasi cosa che ci stan guardando sugli ultimi due anni. Allora io vorrei chiudere questa roba qua e poi tornare a mettere a posto — consapevole di quello che abbiamo, le varie situazioni». Più avanti Percassi accenna anche all’esistenza di una lettera relativa all’affare Romero, passato dall’Atalanta al Tottenham (con Paratici nuovo d.g. degli inglesi) dopo essere stato ceduto dalla Juve ai bergamaschi: «Io quella lettera lì non potrò mai tirarla fuori, perché dovessimo andare in giudizio viene fuori che ho fatto falso in bilancio». Nelle carte compaiono, oltre all’Atalanta, Sampdoria, Sassuolo, Empoli e Udinese. Il modus operandi, sempre secondo l’accusa, verrebbe ricostruito da Fabio Paratici con il d.g. del Pisa, Giovanni Corrado: l’oggetto del discorso è l’attaccante Lorenzo Lucca. «L’ho sempre fatto, anche con Caldara — dice l’ex capo dell’area sportiva — l’operazione devi farmela fare a me! Dammi retta, l’operazione la faccio io anche per il Pisa! Tu devi darmi solo le linee, la metto a posto io. L’ho fatto per il Genoa tutta la vita, l’ho fatto per l’Atalanta tutta la vita, l’ho fatto per il Sassuolo tutta la vita. Quando ho i parametri dopo sistemo tutto. Quando io facevo l’operazione per l’Atalanta o per il Genoa non è che pensavo alla Juve. Pensavo: il Genoa deve star bene perché se non deve fare l’operazione, allora come lo devo fare? Gli do un fisso, gli do un bonus che rimane al Genoa, gli do un bonus quando arriva alla Juve. Se va tutto bene troppi soldi per tutti! Dammi retta, fammi fare a me l’operazione».

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