Rassegna Stampa

Una Juve di ferro conquista la finale. Continuo ma inutile l’assalto della Fiorentina

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Il gol di Bernardeschi su errore di Dragowski incanala la semifinale: continuo ma inutile l’assalto della Viola. In chiusura il 2-0 di Danilo

Sarà la Juventus a giocarsi con l’Inter la finale di Coppa Italia dell’11 maggio all’Olimpico. La squadra di Allegri, che aveva vinto di corto muso all’andata al Franchi (grazie all’autogol nel finale di Venuti), si è ripetuta al ritorno grazie alle reti di Bernardeschi nel primo tempo e di Danilo al termine del recupero. Gli esteti del gioco, come sottolinea il Corriere dello Sport-Stadio, storceranno il naso perché la Signora ha lasciato che a comandare il match fosse la Fiorentina e si è difesa in maniera compatta, soffrendo e ripartendo quando ne ha avuto l’occasione.

VALORI RIBALTATI. La Juventus chiude la gara con il 31,7% del possesso. Un dato che, a detta del quotidiano sportivo, stride con il valore della rosa. Solo in parte giustificabile con l’assenza dei registi Arthur e Locatelli. Una Fiorentina in discreta forma mantiene il pallino del gioco per quasi tutta la partita ma non è abbastanza concreta in fase di realizzazione, non riuscendo mai a trovare il gol all’Allianz Stadium. I bianconeri conquistano così la 21ª finale di Coppa Italia della loro storia.

SCELTE (TROPPO) CORAGGIOSE. Italiano si presenta a Torino con il solito atteggiamento offensivo e con scelte tecniche coraggiose. Forse, come poi rivelerà la gara, troppo coraggiose. In porta c’è a sorpresa Dragowski, ormai scalzato dal collega Terracciano in campionato. Il polacco, già protagonista in negativo sempre in Coppa Italia contro il Napoli, parte bene facendosi trovare sempre pronto negli uno contro uno, ma commette un errore imperdonabile nell’azione che porta all’1-0 di Bernardeschi: uscita sciagurata, stop e tiro vincente dell’ex viola sulla respinta di testa di Biraghi. Sempre nell’azione del primo gol è protagonista in negativo anche Ikoné, schierato a sorpresa centrocampo dove fino a ieri aveva giocato pochi minuti: il francese non trova mai la posizione giusta e perde il pallone da cui nasce la rete del vantaggio bianconero.

Nonostante l’assenza last minute di Milenkovic per gastroenterite, è la Fiorentina a gestire il pallino del gioco, pressando bene fin sulla trequarti avversaria, a costo di tenere altissima la difesa. I viola però commettono qualche errore di troppo nei passaggi e concedono molto spazio alle spalle della linea difensiva a Vlahovic e Morata, che trovano però sempre Dragowski sulla loro strada. La squadra di Italiano però rimane compatta e continua a mantenere il possesso di palla (68% alla fine del primo tempo). La Juventus però, con atteggiamento attendista nella propria metà campo, concede una sola occasione ai viola: palla persa da De Sciglio e grande parata di Perin su Cabral.

IL RADDOPPIO NEL FINALE.  Col passare del tempo la Juventus si fa meno incisiva sulle ripartente e la Fiorentina prova a sfruttare questo atteggiamento. Martinez Quarta, con un colpo di testa deviato involontariamente da De Ligt, costringe alla grande deviazione Perin. L’intervento del portiere dà vigore ai bianconeri che sfiorano il raddoppio con un’imbucata di Vlahovic per Zakaria che colpisce il palo.  

Italiano prova a cambiare inserendo Sottil e Callejon (schierato terzino destro), aggiungendo pericolosità pericolosità sugli esterni, e giocandosi la carta Piatek al posto di Cabral. Ma è la Juventus a trovare nuovamente il gol con Rabiot, poi annullato dal VAR. È solo il presagio di ciò che poi succederà nei minuti di recupero, quando Danilo sigla il definitivo 2-0. 

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