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Editoriali

Juve e Napoli bene, Genoa da dimenticare. Fiorentina, occorre mantenere alta l’intensità quando il blasone dell’avversario scende

Nelle tre partite fin qui disputate, i viola hanno fatto meglio contro la prima e la seconda dello scorso campionato, giocando male contro l’avversario più abbordabile

Alla Fiorentina che si è vista sabato non si possono che fare i complimenti. Nonostante contro la Juventus non siano arrivati tre punti che sarebbero stati meritati, la squadra di Montella ha dimostrato grande accuratezza tattica, buona qualità, giusto mix tra esperienza e gioventù e soprattutto intensità per l’intero arco dei 90′.

Parola chiave, quest’ultima, per riuscire nel calcio moderno. Caratteristica che può far sovvertire i pronostici, perché una squadra che riesce a mantenere alta l’intensità per tutta la partita può dare fastidio anche ai migliori team d’Europa. È ciò che è successo sabato pomeriggio, nonostante il caldo fuori stagione facesse pensare che fosse irrazionale pressare i bianconeri come forsennati e lottare su ogni pallone in tutte le zone del campo.

La prestazione, a dire il vero, non è stata molto lontana da quella vista nella prima di campionato con il Napoli. Certo, rispetto alla sfida coi partenopei si è visto maggior equilibrio (e il cambio modulo non può che aver giovato), ma l’intensità messa in campo con gli azzurri e con i bianconeri è stata praticamente la stessa. Infatti, senza scivoloni arbitrali probabilmente sarebbe arrivato un meritato pareggio (o forse anche qualcosa in più) anche con la squadra di Ancelotti.

Dov’è che la Fiorentina fin qui ha toppato? Con il Genoa, l’avversario fin qui più alla portata dei viola. La partita con i rossoblu è iniziata sulla falsariga della precedente, con una Fiorentina ultra-aggressiva intenzionata a pressare molto alta l’avversario. Tuttavia, con il passare dei minuti questa aggressività è andata affievolendosi, rendendo gli uomini di Montella ben più docili e facilmente attaccabili dalle sortite sulle fasce dei genoani. Insomma, proprio con l’avversario meno quotato la Fiorentina ha mostrato i maggiori limiti.

È una storia che si ripete. Prendiamo l’esempio della Juventus: spesso i viola disputano grandi partite contro i bianconeri, raccogliendo meno di ciò che meriterebbero, per poi mostrarsi irriconoscibili contro avversari di minor blasone. Non ne è prova la sfida casalinga dell’anno scorso (0-3 senza storia), ma per esplicare il concetto basta ricordare l’ultimo incrocio all’Allianz Stadium del 20 aprile (2-1 per i bianconeri, ma tante occasioni sciupate per i viola). In un pessimo periodo, la Fiorentina aveva tirato fuori una bella prestazione per l’orgoglio di misurarsi contro quell’avversario. Così come lo aveva fatto nella sconfitta per 0-2 del 2018, nella sconfitta all’Allianz per 1-0 del settembre 2017, nell’ultima vittoria coi bianconeri per 2-1 del gennaio 2017.

Ora la sfida di Montella sta nel trasmettere ai suoi la fame giusta, affinché si mantenga alta l’intensità quando il blasone dell’avversario scende. Quando la sfida non è la più attesa in città. Le prossime due partite saranno cartina di tornasole molto importante. Prima l’Atalanta da affrontare a Parma, squadra che fa dell’intensità un marchio di fabbrica e che andrà contrastata con la stessa moneta. Poi la Sampdoria, partita malissimo in Serie A e dunque ampiamente alla portata, il che la rende pericolosissima per possibili cali di tensione del gruppo gigliato.

Cali di tensione che non si possono più verificare. Gli applausi per le prestazioni sono arrivati, adesso servono i punti. Il calendario a ottobre sarà decisamente più morbido, la Fiorentina ha fatto intravedere grandi potenzialità, sempre supportate dall’intensità di gioco. Va espressa contro chiunque, che sia la pluriscudettata Juventus o la neopromossa Brescia.

 

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