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Juric a lezione da Palladino. Troppo facile per i viola: confronto impietoso

L’allievo (stra)batte il maestro, la Fiorentina lascia il possesso alla Roma e le rifila cinque gol. E mancava pure Gudmundsson…

Altri cinque gol con un’altra pazzesca vittoria, sono diciannove nelle ultime cinque partite, Conference compresa, vinte di fila dalla Fiorentina. La Roma non è stata battuta, ma sbriciolata e umiliata. Messa in ginocchio e messa in mezzo, infilata a destra, a sinistra, al centro. È stato fin troppo facile per i viola, incontenibili dal primo all’ultimo minuto. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.

SUPERATO IL MAESTRO. È il momento di maggior crisi per la Roma, incapace di reagire, di trovare una via d’uscita. È una squadra che ha perso contatto con se stessa. Non c’è insieme, non c’è nulla. Il confronto è stato davvero impietoso e può rendere orgoglioso Palladino che ha superato il suo maestro Juric con 90 minuti fantastici.

OPPOSTI. Si sapeva che si sarebbero scontrati gli opposti, la serenità contro l’inquietudine, la lucidità contro la confusione, la squadra che aveva vinto le ultime quattro partite ufficiali segnando 14 gol contro la squadra che nelle sue ultime quattro gare aveva vinto una sola volta, ne aveva perse due e pareggiata l’altra, segnando appena 2 gol. Tutta questa differenza si è vista al Franchi ed è stata certificata dai due cambi di Juric dopo appena mezz’ora. Quella Roma non aveva né capo né coda, appunto l’esatto contrario della Fiorentina. Che puntava su un assetto solido e invariabile (gioca da tempo la stessa formazione con lo stesso modulo) e su due giocatori incontenibili, Kean e Bove, ceduto dalla Roma ai viola per tenere centrocampisti dal monopasso come Cristante, uno dei sostituiti alla mezz’ora. Certi errori si pagano e la Roma lo sta pagando caro.

DIVERTITA. Palla alla Roma, campo alla Fiorentina. Se all’intervallo il possesso romanista era del 68 per cento a Palladino interessava poco assai visto che la sua squadra era avanti di due gol. Esistono delle fragilità nella Roma che devono preoccupare: incassare la rete del 3-1 due minuti dopo il gol di Koné è un segno brutto, molto brutto. Sei rientrato in partita e te la fai scappare subito. ha preso il quarto gol dopo sette minuti e a quel punto non barcollava nemmeno, era proprio franata. La Fiorentina giocava col sorriso sulle labbra, si stava divertendo insieme alla sua gente. Fiorentina in zona-Champions. Già, mancava Gudmundsson, la stella di questa squadra, ma nessuno se n’è accorto perché oggi la vera stella è la squadra.

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