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Rassegna Stampa

Jovic finalmente segna e vola. Ma spacca la tifoseria e si becca qualche fischio

Jovic

Dopo il gol all’Inter e la doppietta in Conference, i gesti con le mani dell’attaccante non sono stati graditi dal “Franchi” che ha fischiato

Era stata una serata quasi perfetta, almeno fino al momento della sostituzione. Doppietta (la numero uno in Italia e la prima ventuno mesi dopo l’ultima volta), la conferma di una ritrovata intesa coi compagni e, soprattutto, i segnali tangibili di una rinascita portata avanti a suon di gol. Ben cinque quelli che Luka Jovic ha messo a segno nelle ultime sei partite. In un ottobre mai così prolifico per il serbo (e in assoluto per nessun altro giocatore in Serie A) sul cui volto è tornato a campeggiare il sorriso, dopo l’impassibilità dei primi mesi a Firenze. Scrive il Corriere dello Sport-Stadio.

C’è stato però un episodio che ha finito per guastare la notte show (nel bene e nel male) dell’ex Real con il Basaksehir. Ovvero i fischi che sono piovuti all’indirizzo del numero 7 al momento del cambio, specie dalla Curva Fiesole. Una reazione di pancia (non certo d’ingratitudine) tipica del Franchi che ha rinfrescato la memoria all’attaccante per un gesto che la piazza non aveva gradito. Ovvero l’esultanza di cui Jovic si è reso protagonista nella gara contro l’Inter dopo il gol del 3-3. Una mimica chiara (le “mani parlanti” di chi apre la bocca a sproposito). Rivolta in realtà, più che ai tifosi, a quella parte di critica che già lo aveva giubilato dopo il primo (modesto) quarto di stagione.

VECCHIE MANIERE

Ad acuire il sospetto che il mal di pancia di Luka non fosse ancora passato ci ha pensato però lo stesso serbo. Che dopo la doppietta ai turchi che ha regalato alla Fiorentina la fase a eliminazione diretta della Conference ha pensato bene, non immaginando di provocare la reazione opposta, di riproporre dopo entrambi i gol le stesse modalità di festeggiamento. Che già dai tempi dell’Eintracht il serbo utilizzava a ogni sua rete. Mano sotto il lobo dell’orecchio destro (oppure sotto entrambe le orecchie) e corsa sotto i tifosi quasi a voler convogliare verso di sé il frastuono del pubblico sugli spalti. Nessuna polemica, dunque. Ma solo tanta voglia di gioire e di mettersi alle spalle uno dei momenti più duri della sua carriera.

POCO ORIGINALE

Eppure il gesto di Jovic (già mostrato alla prima di campionato con la Cremonese) ha finito per essere frainteso come un ennesimo guanto di sfida al popolo viola e non sono pochi coloro che a Firenze stanno ancora discutendo sull’opportunità di questa scelta.

CHE CARATTERE

Difficile tuttavia pensare che l’ex Real non abbia valutato le conseguenze del suo gesto. Proprio lui, che di personalità ne ha sempre avuta da vendere. Tanto da diventare a 16 anni il più giovane marcatore della storia della Stella Rossa, davanti a un mito come Dejan Stankovic. Anche per questo Italiano ha scelto di coccolarsi il numero 7, definendolo «un ragazzo sensibile».

E la riprova si è avuta al momento del cambio (proprio mentre montava la rabbia del Franchi). Quando Jovic è andato a salutare ad uno ad uno i componenti della panchina. Che adesso, a poche ore dalla trasferta di La Spezia, spera di poter contare ancora sui gol della sua punta. Con buona pace delle dita alle orecchie e delle dietrologie.

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