Intervista all’ex ct della Selecao U23 e U20 su Dodo e Arthur Cabral
Un oro olimpico a Tokyo 2020 e tanti talenti lanciati, da Richarlison a Bruno Guimaraes, fino ad Anthony e Luiz Henrique. André Jardine ora siede sulla panchina dei messicani dell’Atletico San Luis dopo l’esperienza alla guida del Brasile U20 e U23, nella quale ha convocato anche Arthur Cabral e Dodo, oggi 2 punti di riferimento della Fiorentina. Per commentare il loro rendimento, LaViola.it ha contattato l’ex ct verdeoro:
Dopo l’esperienza da ct, adesso lei come si sta trovando in Messico? “Quello messicano è un grande campionato, ben strutturato, con un calendario ordinato rispetto alla maggior parte degli altri tornei: c’è tanto potenziale di crescita. La grande passione di un allenatore è stare in campo, lavorare quotidianamente, mi mancava tutto ciò e qui ho ritrovato quella routine per preparare le partite”.
Tra gli attaccanti convocati nel suo mandato da ct c’è anche Arthur Cabral: che ricordo ha di lui e come commenta il suo presente a Firenze? “Arthur lo abbiamo convocato una volta, con lui non ho una relazione molto profonda ma lo abbiamo seguito a lungo per la nazionale olimpica. A quel tempo avevamo anche Matheus Cunha, Yuri Alberto, Pedro e Richarlison. Ha sempre segnato tanto in ogni club dove ha giocato, la sua specialità è giocare dentro l’area perché ha la capacità e l’intuizione di sapere prima dove cade il pallone. Se ha la fiducia dell’allenatore può fare bene, ma dipende anche dal buon funzionamento della squadra. Il suo rendimento attuale dipende anche dai suoi compagni. È un grande professionista. Si merita questo presente e io ed il mio staff siamo felici per lui. Ha il potenziale per fare ancora meglio: secondo me ha iniziato ora a far vedere di cosa è capace”.
Ha citato anche Pedro: la Fiorentina lo ha ceduto troppo presto? “Il suo sogno da bambino credo fosse quello di giocare nel Flamengo, ma la Fiorentina ha avuto fretta con lui: non lo hanno valorizzato. Non è un caso che sia andato al Mondiale. Tutti qui sono convinti che sarà lui il futuro della Selecao perché ha talento ed è un eccellente realizzatore che calcia con entrambi i piedi, ed è molto intelligente. A Firenze non era al top fisicamente, ma sono sicuro che sia un giocatore da Champions League e in futuro potrà giocare in un grande club europeo “.
Si può dire lo stesso di Cabral? “Ha una concorrenza terribile, ma se continua a segnare in questo modo credo che avrà la chance per essere convocato”.
Di Dodo invece che ricordo ha? “Dodo è stato un terzino molto importante nel percorso per andare all’Olimpiade ed è rimasto fuori perché alla fine abbiamo preferito convocare Dani Alves: un profilo esperto che potesse aiutare i giovani con la sua leadership. Dodo comunque era stato convocato praticamente sempre e ha giocato un ottimo preolimpico. È un terzino offensivo, ancora non ha raggiunto il suo livello migliore, ma credo che sia destinato a fare grandi cose: il suo talento è innegabile. Ha una qualità fisica impressionante e sa giocare anche all’interno del campo. A suo tempo si parlava di Bayern Monaco e Barcellona: la Fiorentina non si è sbagliata ad acquistarlo, deve solo aspettarlo”.
Faceva anche con voi questi movimenti offensivi interni al campo? “Nella nazionale olimpica spesso giocavamo con i terzini che attaccavano centralmente ed è un movimento che ha assimilato: era come un centrocampista in più. Lui era un esterno nelle giovanili, poi è stato spostato terzino nel Coritiba e in 6 mesi è diventato titolare in Prima Squadra”.
E fuori dal campo? ”Durante il preolimpico ho conosciuto un ragazzo speciale, che infondeva energia positiva ai compagni. È un ragazzo molto umile ed è grato per tutti i suoi traguardi raggiunti perché giocare in Italia non è semplice, così come avere possibilità di essere convocato dalla Selecao”.
Di
Mattia Zupo