Rassegna Stampa

Jack il sognatore: “Europeo, perché no?”. E quella dedica al padre Gianfranco

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Ieri il numero 5 viola è stato protagonista della conferenza stampa a Coverciano

L emozione non ha voce, cantava Celentano. Jack si è quasi fermato e ha rallentato le parole, gli occhi stavano diventando umidi davanti al microfono. «La dedica è per mio padre. Ci ha lasciato un anno fa. Era orgoglioso ogni volta in cui mi vedeva in Nazionale». Non tante, appena 15 per una meraviglia di giocatore, capace di abbinare intelligenza e tecnica, senso del gioco e tiro. Chissà come sarebbe contento oggi Gianfranco Bonaventura. Suo figlio è tornato azzurro a 34 anni, attraversando cinque diverse gestioni tecniche. L’aveva fatto esordire Prandelli nel 2013. Ha convinto Spalletti dopo essere stato convocato anche da Conte, Ventura e Mancini, che lo aveva impiegato per l’ultima volta nel 2020 (Italia-Moldavia 6-0 al Franchi).

«Pensavo non ci fosse più posto e credevo di non tornare, ci sono stati diversi cicli, dopo l’eliminazione dal Mondiale sono stati chiamati tanti ragazzi, bisognava ringiovanire. Non ho mai mollato. Se hai un rendimento alto nel club, è giusto essere considerati. Ho sempre pensato che la Nazionale dovesse toccare ai migliori» ha spiegato il centrocampista della Fiorentina e l’ultimo concetto non suoni come presunzione. L’umiltà, forse in dosi eccessive, lo ha accompagnato nell’intero percorso, altrimenti si sarebbe regalato un altro tipo di carriera, invece è rimasto nel limbo. Bravo, non lamentoso. Jack si è sempre adattato, ha dimostrato disponibilità nei confronti di qualsiasi allenatore. «Rimpianti non ne ho, le difficoltà del percorso mi hanno consentito di diventare il giocatore che sono, completando il bagaglio tecnico. Occupare posizioni diverse in campo mi ha permesso di vedere il calcio da ogni angolazione. Se giochi sempre nello stesso ruolo, ti specializzi e puoi essere avvantaggiato, ma così ho imparato tanto». Ora non si pone limiti. «L’Europeo? Perché no? Vedremo alla fine, se faccio una grande stagione potrei continuare a essere chiamato», riporta il Corriere dello Sport.

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