L’argentino si è preso la Fiorentina: con gol, rinnovo e maglia numero 10 è il simbolo della squadra di Italiano
Toglietegli tutto, ma non il suo Nico. Del resto, è lui stesso a dirlo. «Quando è a disposizione va fatto giocare», disse Italiano dopo la partita col Frosinone. Una gara per la quale Gonzalez aveva recuperato a tempo di record dall’infortunio rimediato a Genk. Eppure, nonostante non fosse al 100%, anche il quel caso il mister non ne fece a meno. Risultato? Lo stesso che si è visto e rivisto più volte in questo avvio di stagione: gol. Sono 6, tra campionato e Conference. Che diventano 7 se si conta anche quello realizzato con la maglia dell’Argentina. Scrive il Corriere Fiorentino.
Mai, in carriera, il «10» era partito così forte. Nemmeno quando con lo Stoccarda, nella serie B tedesca, chiuse il campionato a quota 14. Fu quella, tra l’altro, l’unica annata nella quale riuscì a chiudere in doppia cifra. Un obiettivo che adesso è quanto mai alla portata. E per il quale Italiano gli sta facendo una testa così fin dal giorno del suo arrivo a Firenze.
Di certo, limitandosi alla serie A, il record personale è (già) dietro l’angolo visto che nella stagione dell’esordio (2021-22) si fermò a 7. Mentre l’anno scorso non andò oltre i 6 centri. Pochi (appunto) per uno come lui. Fortissimo di testa, letale col sinistro, infallibile dal dischetto. Come si spiega allora questo clamoroso salto di qualità? Semplice: con una maturazione da un punto di vista mentale.
«Fame», è questa la parola chiave
E la rete segnata l’altra sera al Cagliari è l’esempio migliore per capire di cosa stiamo parlando. Un pallone vagante in mezzo all’area, aggredito con rabbia e ferocia. Li chiamano gol sporchi, e son quelli che troppo spesso sono mancati alla Fiorentina. Il primo tra l’altro, parlando di campionato, che Nico non ha segnato di testa. È quella, nonostante non sia certo un gigante, la specialità della casa. Con 5 incornate vincenti nel 2023 infatti, Gonzalez è il migliore del campionato italiano.
Il dato più impressionante però, tanto per tornare al concetto di concretezza, è un altro. In queste prime 7 giornate l’argentino ha tentato il tiro in 17 occasioni, centrando lo specchio 5 volte. Ciò significa, di fatto, che quando prende la porta, segna. Non è un caso insomma, che la sua media gol in stagione sia degna di un vero e proprio bomber.
Sono 660’ i minuti giocati tra campionato e coppa, con 6 reti. Tradotto: una ogni 110’. L’anno scorso invece (14 centri stagionali su un totale di 2.663’ giocati) si fermava ad un gol ogni 190’,2. Se la Fiorentina sta finalmente imparando a essere concreta insomma, molto del merito è del suo numero 10.
Di
Redazione LaViola.it