Il tecnico Italiano sta preparando la rosa in vista del mese di aprile che vedrà la squadra giocare ogni tre giorni in tre competizioni
Potremmo chiamarlo il «decreto aprile» del governo Italiano. Misure, accorgimenti e manovre per superare nel miglior modo possibile un tour de force mai visto prima. 9 partite in 30 giorni. Nelle quali la Fiorentina si giocherà presente e futuro. Sogni e ambizioni a cui dar corpo seguendo un principio di base: la gestione. Scrive il Corriere Fiorentino.
Sarà questa la parola chiave. Del resto va da sé che in un periodo del genere, con gare tutte decisive e tutte ravvicinate, ci sarà bisogno di tutti. Eppure anche tra i viola, così come in tutte le squadre, ci sono calciatori diversi dagli altri. Perché hanno qualcosa in più o, più semplicemente, perché non hanno alle loro spalle delle vere e proprie alternative. Basta pensare a Terracciano, tanto per fare l’esempio più clamoroso.
L’infortunio di Sirigu infatti, out fino al termine della stagione, toglie al mister una seconda scelta. Che dopo un esordio non semplicissimo, nelle altre occasioni in cui è stato chiamato in causa (specialmente nella gara di campionato a Cremona) si era dimostrato pienamente affidabile. «San Pietro» insomma, d’ora in avanti, le dovrà giocare praticamente tutte.
E poi Dodò che, dopo un complesso avvio di stagione, ha avuto un ruolo chiave nel filotto di vittorie di marzo
Non a caso è partito titolare nelle quattro gare vinte in campionato (con Verona, Milan, Cremonese e Lecce). Così come nei due match col Sivasspor. E se inizialmente Italiano lo alternava spesso con Venuti, ultimamente non ne ha quasi mai fatto a meno. Dall’altra parte Biraghi potrà invece contare su Terzic per tirare un po’ il fiato. Anche se il serbo dovrà ritrovare la miglior condizione dopo il guaio muscolare rimediato a Verona.
E poi il centrocampo. Dove Mandragora e Amrabat ormai rappresentano una coppia (quasi) fissa. Offrono quantità e qualità, geometria e interdizione, e per questo saranno molto spesso chiamati agli straordinari. Discorso diverso per Bonaventura. Unico, per caratteristiche. Ma con gente come Barak e Castrovilli pronta ad offrire all’allenatore soluzioni alternative decisamente all’altezza.
Di certo, per qualità, nessuno può pareggiare Nico Gonzalez
Un altro che nonostante gli esterni non manchino (Ikonè,Saponara,Sottil, Brekalo, Kouame) difficilmente potrà tirare troppo il fiato. Infine Cabral. Certo, una volta recuperato Jovic troverà il suo spazio. Ma ora come ora il serbo non offre le stesse garanzie del brasiliano. Per loro, e per chi comunque sarà chiamato agli sforzi maggiori, Italiano ed il suo staff cureranno in particolare il recupero. Studiando allenamenti personalizzati votati principalmente allo scarico.
In generale comunque, in questo periodo le sedute saranno sicuramente più brevi. In modo (appunto) da garantire alla squadra più tempo possibile per riposare. E per non gravare ulteriormente su fisici e teste che saranno costantemente sotto stress.
Spazio quindi a sedute video accelerate per lo studio degli avversari. E a lavori intensi ma (appunto) limitati. A far la differenza però, sarà la disponibilità di un gruppo che per esempio, prima della gara di Sivas, volle nonostante tutto andare sul campo a provare nuove soluzioni sui calci da fermo. Il risultato? Perfetti in difesa, e gol di Milenkovic su calcio d’angolo. Gioia pura, per Italiano, che ai suoi chiederà ora un ultimo sforzo, per raccogliere i frutti di una semina mai così ricca.

Di
Redazione LaViola.it