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Italiano non molla il campionato: ma per migliorarsi serve una media da 1,75 punti a partita

Il tecnico non vuole darsi per vinto in campionato dove l’obiettivo resta quello di migliorare quanto fatto nella passata stagione

Se è vero che «vincere aiuta a vincere» e che la mentalità si allena soltanto tenendo tirato sempre al massimo il filo della tensione allora, per la Fiorentina, la questione non si pone nemmeno. Il riferimento è al dibattito che si è scatenato in città subito dopo la sconfitta con la Juventus ma che, in realtà, accompagna i viola ormai da diverse settimane: meglio lasciar perdere il campionato e puntare tutto sulle coppe? Scrive il Corriere Fiorentino.

Una domanda lecita, per i tifosi, ma non per Vincenzo Italiano. «Noi non possiamo fare questo ragionamento — ha risposto l’altra sera a Torino a chi gli poneva la questione — dobbiamo giocare sempre come abbiamo fatto nel secondo tempo di oggi perché per noi sono troppo importanti sia la semifinale di Coppa Italia che i quarti di Conference che le ultime otto giornate di campionato».

Il mister insomma, non ha nessuna intenzione di mettere da parte la serie A e di concentrare tutti i suoi sforzi sugli altri due fronti

Il motivo, e così torniamo al punto di partenza, sta prima di tutto nella voglia di non far calare attenzione e motivazioni. Dall’esterno infatti si può pensare che sia facile accendersi o spegnersi a comando ma in realtà non funziona così. Meglio tener sempre il piede schiacciato sull’acceleratore insomma, sperando che il gruppo (che verrà coinvolto sempre e comunque in tutti i suoi effettivi) riesca finalmente a fare quel salto di qualità che fino ad oggi gli ha impedito di trovare la giusta continuità.

Certo, pensare che il rendimento sia sempre al top è semplicemente utopistico visto che la Fiorentina Torino ha giocato la gara numero 104 nell’ultimo anno e mezzo (nessuno in Italia come i viola) e che la rosa, come ha detto lo stesso Italiano, «non è all’altezza delle migliori».

Eppure, e così veniamo al secondo motivo per cui non vuole alzare nessuna bandiera bianca, il mister resta convinto di poter risalire anche in campionato

Missione difficilissima, e per la quale serve un immediato cambio di marcia. Fino ad oggi infatti nel girone di ritorno Biraghi e compagni hanno messo insieme 10 punti in 11 partite passando dal quarto al decimo posto. Un crollo verticale spiegabile in parte con un calendario certamente complesso che ha visto la Fiorentina affrontare Udinese, Inter, Lecce, Frosinone, Bologna, Empoli, Lazio, Torino, Roma, Milan e Juventus: su 11 gare, 7 sono state contro le prime 9 della classifica.

Una strada che d’ora in poi si farà teoricamente più agevole: Genoa, Salernitana, Sassuolo, Verona, Monza, Napoli e Cagliari, più il recupero con l’Atalanta. Sei impegni sulla carta abbordabili, e gli ultimi due scontri diretti. Un rettilineo finale nel quale i viola non potranno più permettersi errori sperando, nel frattempo, che le altre frenino. Ad oggi comunque la squadra di Italiano ha raccolto un punto in più (con una partita giocata in meno) rispetto allo scorso campionato quando, alla fine, chiuse a quota 56. Per far meglio servono almeno 14 punti nelle prossime 8 e ciò significa passare dagli attuali 1,43 di media a gara a 1,75. Difficile, ma non impossibile.

Se si prende in esame il girone d’andata infatti (chiuso a quota 33) e le partite giocate contro gli avversari affrontati fin qua nel ritorno, si scopre che sono soltanto due (12 contro 10) i punti di differenza. Proprio per questo Italiano è ancora convinto di poter tornare in alto, e non vuol sentir parlare di scelte. Correre forte. È questo il suo mantra. Senza se, senza ma, e senza distinzione tra campionato e coppe.

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