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Italiano, il lavoro sulla testa e quello step ancora da fare. C’è da crescere, ma niente drammi per i ko con le big

L’amarezza per un’altra rimonta contro una grande, ma la consapevolezza di essere sulla strada giusta. Episodi razzisti, brava Fiorentina: si ‘sfrutti’ l’occasione per fare fronte comune

Dodici punti dopo sette giornate, 5° posto in classifica alla sosta di ottobre. Insomma, c’è l’amaro in bocca per la sconfitta di rimonta in casa contro il Napoli, ma il percorso intrapreso dalla Fiorentina di Italiano non può che raccogliere applausi nel primissimo scorcio di stagione. Ovviamente non tutto è perfetto, ci mancherebbe, tante le cose da migliorare in una squadra che comunque, pur contando su tanti interpreti dello scorso anno, ha fatto passi da gigante rispetto ad un anno fa di questi tempi. E non solo perché nel passato campionato i punti dopo 7 giornate erano stati 8, ma soprattutto per le prestazioni e i margini di crescita in un tipo di calcio ‘dominante’ e propositivo (la Fiorentina è la 5° per possesso palla in Italia, ed ha sempre chiuso con superiorità del possesso tranne che contro l’Atalanta).

PIU’ 8 A PARITA’ DI AVVERSARIE. Un +4 rispetto alla scorsa stagione che in realtà è un +8 a parità di avversarie affrontate. Nelle prime 7 giornate del 2020/2021, infatti, la Fiorentina di Iachini (poi esonerato proprio dopo la 7° giornata) sfidò solo Roma e Inter come big (perdendo), mentre vinse contro Torino e Udinese in casa e pareggiò contro Parma e Spezia fuori, oltre al ko esterno contro la Samp. Prendendo in considerazione invece le stesse squadre affrontate quest’anno (Torino, Inter e Napoli in casa, Roma, Atalanta, Genoa e Udinese fuori) quella Fiorentina fece solo 4 punti la scorsa stagione, contro i 12 di quella di Italiano.

PROBLEMI DA RISOLVERE. Certo, come detto, la sconfitta casalinga contro il Napoli ha riacceso l’attenzione su alcuni problemi di questa squadra. Le disattenzioni difensive, il calo vistoso nella ripresa, un Vlahovic non sempre servito al meglio, ricambi non tutti all’altezza e in grado di non ‘depotenziare’ la squadra. Insomma, c’è ancora parecchio da fare, ma è normale considerando che Italiano e il nuovo staff hanno iniziato a lavorare da luglio. Si può solo migliorare. “Se facciamo un salto mentale non usciamo da queste partite a mani vuote”, ha sottolineato il tecnico viola con più di un pizzico di amarezza.Serve un salto mentale, lo ripeto, facciamo vedere di essere una squadra vera ed è un peccato con queste prestazioni non prendere punti. Stiamo facendo vedere belle cose, quel passo in più dobbiamo volerlo fare tutti”. Già, la testa. Serve lavorare sulla convinzione dei giocatori per 90′, è lo step ulteriore a cui è chiamato Italiano ma anche il suo staff e la società. Perché c’è davvero la sensazione di potersi togliere grosse soddisfazioni, se per un tempo metti sotto l’Inter campione d’Italia e per mezz’ora abbondante il Napoli. Certo, non basta, ma l’allenatore non vuol sentir parlare di calo fisico. “E’ solo un aspetto mentale”.

LA TESTA E UN AIUTO DAL MERCATO. E dal punto di vista psicologico tanto è già stato fatto. Ricordate la squadra impaurita che lo scorso anno faceva fatica anche a giocare due palloni? Eppure tanti interpreti sono rimasti gli stessi. Questa squadra sta prendendo convinzione nei propri mezzi, ora serve un ulteriore step ancora in questa direzione. Identità e consapevolezza anche quando le avversarie (soprattutto le big) alzano pressione e qualità. Con Inter e Napoli i viola non hanno saputo reagire bene agli episodi sfavorevoli. Poi è chiaro, se a gennaio la Fiorentina sarà ancora a giocarsela per queste posizioni e si vorrà alzare l’asticella, una mano dovrà darla anche il mercato a livello qualitativo. Perché questa squadra, si sa, è partita con due grandi punti interrogativi: il vice-Vlahovic e l’esterno offensivo. Kokorin fin qui ha giocato 28′ divisi in tre spezzoni, ma non ha praticamente mai ‘indovinato’ una giocata. La società assicura di vedere in allenamento un giocatore di livello, ma il campo sta dicendo altro. Anche se oggettivamente non è certo facile incidere per pochi minuti in partite complicate come quella con il Napoli, ma i due appoggi sbagliati del russo appena entrato indicano che anche di testa (già, sempre l’aspetto mentale) c’è ancora da lavorare. Sulle fasce la scelta di non ‘aggredire’ un obiettivo caldo come Berardi è stata presa per dare più spazio a un giovane promettente come Sottil, mentre è Callejon ad essere partito con continuità da titolare con Vlahovic e Gonzalez. Saponara ha contribuito da subentrato, ma numericamente e qualitativamente manca qualcosa in una porzione di campo dove Italiano chiede grande dispendio fisico e giocate risolutive.

PROSSIMI ESAMI. Ma saranno discorsi da approfondire più avanti. La sosta consegna una Fiorentina comunque oltre le aspettative. Già in questa pausa Nazionali, anche se perderà nuovamente nove giocatori (Milenkovic, Vlahovic, Nastasic, Amrabat, più Gonzalez, Quarta, Torreira e Pulgar che torneranno a ridosso del weekend di campionato, oltre a Dragowski partito comunque per la Polonia), Italiano lavorerà sull’autostima di squadra e sui movimenti da migliorare nelle due fasi. Dopo la sosta di settembre la Fiorentina si ripresentò vincendo a Bergamo, stavolta i viola ripartiranno a Venezia. Poi Cagliari in casa, Lazio fuori, Spezia al Franchi e Juve a Torino. Un altro mini ciclo con ulteriori esami, in cui la Fiorentina dovrà dimostrare soprattutto di saper ancora far valere la propria forza con avversari di pari o più basso livello, per poi cercare di strappare punti alle due squadre sulla carta superiori.

LA DURA PRESA DI POSIZIONE. Mentre, infine, è da applaudire il tempismo e la dura presa di posizione della Fiorentina nei confronti dei cori razzisti a margine del match di domenica. Subito le scuse del dg Barone a fine gara, poi il comunicato di ferma condanna: “Cori vergognosi e intollerabili, l’ignoranza e la stupidità di qualcuno mettono in imbarazzo e discussione non solo la serietà della società gigliata, ma anche di tutta Firenze“, con la massima collaborazione per individuare i responsabili degli episodi razzisti e “proibire loro l’accesso allo stadio”. Un gesto che aveva fatto la Juventus una decina di giorni fa dopo gli insulti a Maignan, e che dovrebbe essere allargato a tutte le società per cercare di eliminare e ‘non normalizzare’ simili episodi. Condanna che non aveva invece espresso, ad esempio, l’Atalanta qualche settimana fa, dopo i ripetuti cori razzisti a Vlahovic (e un paio d’anni fa a Dalbert): “Siamo rimasti sorpresi che in situazioni come Atalanta-Fiorentina non ci sia stata la medesima tempestività e attenzione su quanto di altrettanto vergognoso stava accadendo nei confronti di un giocatore viola”, ha sottolineato il club di Commisso, “auspicandosi medesimo impegno da parte di tutte le società” contro cori ed espressioni razziste. Si colga, insomma, vista la grande eco mediatica a livello nazionale sugli episodi del Franchi, l’occasione per trovare una linea comune e un impegno di tutti per eliminare certi atteggiamenti che niente hanno a che fare con il mondo dello sport. Una questione purtroppo radicata negli stadi italiani ad ogni latitudine, ma da Firenze parta la lezione per emarginare certi soggetti dal nostro calcio.

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