Rassegna Stampa

Italiano e il ritorno a Firenze da vincitore. Il calcio propositivo, le delusioni e quelle ruggini rimaste

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Tre anni e tre finali perse, ha fatto un certo effetto vederlo vincere all’Olimpico due anni dopo. Ha scelto Bologna per prendersi un trofeo

Vederlo festeggiare con colori differenti in uno stadio che soltanto due anni fa segnava la prima amarezza della sua gestione in viola, fa un certo effetto. Era il 2023 e quella Fiorentina perse contro l’Inter, nettamente più quotata e capace di ribaltare con Lautaro Martinez il vantaggio lampo di Nico Gonzalez. Trentamila tifosi viola invasero l’Olimpico. Sarebbe stata la prima di tre finali raggiunte, con percorsi da ricordare, e poi perse in un progressivo aumento di delusione, scrive La Repubblica.

CICLO (NON) VINCENTE. Vincenzo Italiano e il suo ritorno a Firenze. Avverrà domenica sera, in un Franchi che probabilmente non gli risparmierà qualche fischio. Tre anni, un ciclo tecnico avviato dopo la stagione più complicata nella gestione di Commisso. Dunque l’Europa, raggiunta al primo tentativo e in un’annata in cui, a metà, la società decise di vendere alla Juventus l’attaccante fulcro del suo gioco, Dusan Vlahovic. Un calcio propositivo, avvolgente, non sempre equilibrato ma che aveva trovato la sua forma migliore. Inutile tornare sulle motivazioni di quella cessione, così come continuare a fare raffronti o pensare a cosa ne sarebbe stato delle finali con De Gea in porta e Kean in attacco. Il calcio non è una scienza esatta e altre dinamiche spesso determinano i risultati. «Sono state tre delusioni pesanti, non pensavo di ripresentarmi e prendermi la rivincita e invece ci sono riuscito», ha commentato Italiano dopo aver conquistato la Coppa Italia col Bologna. «Mi ha mandato un messaggio il figlio di Joe Barone, la dedica speciale va a tutta la sua famiglia: mi ha fatto un immenso piacere leggere un messaggio da parte loro. Siamo stati vicini ad alzarla anche con loro».

CONCORRENTE. Il rapporto col club si è incrinato progressivamente e le scorie sono emerse nella gara d’andata col Bologna. L’esultanza di Italiano nel giorno di lutto di Palladino (assente al Dall’Ara) per la scomparsa della madre che fece andare su tutte le furie Pradè. Dunque quel «non ci ha neanche salutati» di Ranieri all’indirizzo del suo ex allenatore. Sarebbe bello, ma forse utopico, che per una volta si mettessero tutte da parte per riconoscerne le qualità e magari provare a chiedersi perché dopo quei tre anni in viola, Italiano ha scelto una società concorrente della Fiorentina che adesso si ritrova un trofeo che mancava da 51 anni. Con un monte ingaggi complessivo inferiore, e non di poco, rispetto ai viola.

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