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Italiano e Di Francesco, sfida tra amici… nel segno di Zeman. Quando Eusebio fu ad un passo dai viola…

Italiano

Dopo i tre esoneri di fila Di Francesco ha studiato da vicino anche il calcio di Italiano. Domani si sfideranno di nuovo

C’è un filo sottile che lega Eusebio Di Francesco, Firenze, la Fiorentina e Vincenzo Italiano. Questione di incroci e di bivi, di matrimoni sfiorati e poi saltati, di stima reciproca e rispetto. Quella di domani insomma, non sarà una partita come le altre. Del resto, per il tecnico del Frosinone, è così da qualche anno. Da quando nel marzo del 2017 fu pizzicato sotto casa di Pantaleo Corvino, scrive il Corriere Fiorentino.

VICINO A FIRENZE. Sono passati sette anni, ma sembra una vita. Allora il mister era uno degli allenatori più chiacchierati e stimati d’Italia. Giovane, brillante, pieno di idee, innovativo. Capace, col Sassuolo, di sfiorare l’Europa. Per quello, l’allora diesse viola, lo aveva individuato come il profilo ideale per la Fiorentina. Com’è andata, si sa. Qualche tentennamento di troppo ma, più che altro, la chiamata della Roma. «Sono stato davvero molto vicino ad andare a Firenze — ammise Di Francescoma poi scelsi col cuore». Perché per lui, quella giallorossa, era una maglia speciale. E anche in panchina ha toccato vette mai più nemmeno avvicinate. Basta pensare alla Champions 2017-18, alla clamorosa rimonta nei quarti di finale col Barcellona e a quella sfiorata, in semifinale, contro il Liverpool.

NEL SEGNO DI ZEMAN. Da quel momento però, la sua carriera è stata una specie di picchiata. Tre esoneri consecutivi (Sampdoria, Cagliari, Verona) e la sensazione, forte, di esser sceso definitivamente dal treno del grande calcio. E invece no. Di Francesco ha continuato a studiare, convinto che prima o poi sarebbe riuscito a ripartire. Ed è stato proprio in quel momento che ha conosciuto (da vicino) Vincenzo Italiano, passando più di qualche giorno al centro sportivo Davide Astori per studiare da vicino i metodi di lavoro dell’allenatore della Fiorentina. Ne è nato un rapporto se non di amicizia, di certo di grandissima stima reciproca basta, prima di tutto, su concetti di gioco molto simili. Sia l’uno sia l’altro infatti amano un calcio offensivo ed entrambi hanno in Zeman un vero e proprio punto di riferimento. Non a caso hanno costruito le loro fortune sul 4-3-3 salvo poi, altro punto in comune, sposare anche il 4-2-3-1. Domani sarà partita aperta. Perché sono due allenatori che vedono il calcio allo stesso modo e proprio per questo, tanto per tornare da dove siamo partiti, il nome di Di Francesco prima o poi tornerà a circolare dalle parti del Viola Park.

 

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