Rassegna Stampa
Italiano chiede concretezza sotto porta. Vuole un miglioramento “fast, fast, fast”
Il tecnico viola ha individuato due criticità all’interno della sua squadra che vanno migliorate assolutamente
Se Vincenzo Italiano fosse Commisso direbbe “fast, fast, fast” per spiegare l’urgenza con cui la Fiorentina deve dimostrarsi concreta sotto porta. La prima frase che l’allenatore viola regala in conferenza è infatti un incoraggiamento ad essere cinici: «Non possiamo avere 4-5 palle gol e non concretizzarle. Questo è un aspetto che la squadra deve migliorare in modo molto veloce e a Udine ci aspetta una partita tosta, difficile, dobbiamo fare le cose al 100%». Scrive il Corriere dello Sport-Stadio.
Il protagonista al centro dell’attacco viola sarà sempre Vlahovic, a secco da due gare: «E’ normale che viva per il gol. Ha la smania di segnare ma non è sempre facile perché adesso il suo nome è importante e tutti lo affrontano con le antenne dritte per 95 minuti. Sta lavorando bene. E’ sempre nel vivo del gioco ma non ci aggrappiamo solo a lui e infatti nelle ultime partite hanno segnato due esterni d’attacco. Quando meno se lo aspetta Dusan farà gol semplici. Cercheremo di migliorare l’assistenza per le occasioni, poi dovrà essere bravo lui a buttarla dentro. In generale contro l’Inter abbiamo sprecato troppo, le possibilità invece vanno sfruttate al massimo e questo ti permetterebbe di pensare in modo diverso ed avere ambizioni differenti. La mentalità però è quella giusta e cioè vogliamo uscire dal campo e dirci che potevamo vincerla».
ACCUSARE I COLPI
Italiano cerca il successo anche per far felici i tifosi: «Il fatto di essere l’allenatore di una squadra nuova è normale che ti cambi la vita. Io ci tengo a fare bene, essere sempre sul pezzo è la normalità. Lavoro in una città stupenda, l’entusiasmo che vedo in giro è bellissimo e vorrei alimentarlo con i risultati. Pregi e difetti della squadra? Sono orgoglioso del gruppo. Se devo tirare un po’ le orecchie, semmai dico che quando subiamo gol accusiamo il colpo e questo non ce lo possiamo permettere».