Il tecnico ha provato ad adattare vari esterni nel 4-2-3-1, ma non ha funzionato. Qualcosa scricchiola, ma la strada è lunga e bisogna reagire
Al netto di alcune situazioni in cui ha cambiato qualcosa nell’impostazione, Italiano ha sempre fatto affidamento sul 4-2-3-1 o similari. Fin quando non ha risposto alla convocazione per la Coppa d’Africa, ha schierato Kouamé a sinistra. Poi Brekalo finché non è stato ceduto. Infine Bonaventura contro l’Inter, e Nzola col Lecce a destra in attesa che Gonzalez torni al top della condizione. Ma i segnali arrivati al Via del Mare non sono stati incoraggianti. Così scrive La Repubblica.
CAMBIARE ANCORA. Italiano non ha voluto cambiare radicalmente il suo impianto di gioco e semmai potrà lavorarci da adesso con la variante delle due punte. Ma quel che più interessa al tecnico, in questo momento, è ritrovare lo spirito del suo gruppo. Parlare coi leader, ricompattare la squadra e non disperdere tutto ciò che di buono è stato creato in questi tre anni di lavoro. Ci sono ancora obiettivi da raggiungere, altri da immaginare. È qui che si misura tutta la qualità di un allenatore che finora non ha mai smesso di migliorare la sua breve ma già intensa carriera in panchina. A giugno sarà il tempo delle valutazioni del caso. Ma la strada è ancora lunga e farsi del male da soli, come visto nell’ultimo mese, può essere dannoso per tutti. Nessuno escluso.
Di
Redazione LaViola.it