Il coordinatore delle Nazionali giovanili Maurizio Viscidi spiega come si è arrivati a questa nazionale piena di giovani di talento
Parla così il coordinatore delle Nazionali giovanili Maurizio Viscidi al Corriere Dello Sport: Dopo il fallimento di Italia-Svezia è stato messo in discussione tutto il sistema. “Sono arrivate tante critiche, ma non era vero che mancavano i giovani su cui puntare. Semplicemente li stavamo coltivando. Sacchi e Conte, con cui ho lavorato a stretto contatto, hanno posto le basi ma ci sarebbero altre 100 figure professionali da citare, tra cui i presidenti che si sono succeduti dandoci sempre la massima fiducia. Mancini è l’uomo giusto adesso e tanti allenatori in A lo stanno imitando perché non guarda la carta d’identità, ma le qualità dei singoli. Zaniolo l’ha convocato ancor prima dell’esordio con la Roma”. Nuova filosofia del calcio azzurro? “Basta con il lavoro fisico portato all’estremo, che poi diventa la causa del gioco difensivista all’italiana. Si stava esagerando con la tattica, così abbiamo iniziato a proporre un calcio più tecnico e offensivo, un modello da applicare dall’Under 15 alla Nazionale maggiore. Volevamo creare più talenti e meno mestieranti. Insegnare il piacere del gioco è l’unica strada per far migliorare i ragazzi”.
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Redazione LaViola.it