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Rassegna Stampa

Inzaghi più riflessivo, Italiano più aggressivo. Inter letale nelle ripartenze lunghe

Sulla rosea confronto approfondito tra l’allenatore della Fiorentina e quello dell’Inter: che saranno protagonisti domani a Roma

Inzaghi non si discosta mai dal 3-5-2. Se non in rare occasioni a gara in corso. E quando l’ha fatto, non ha ottenuto risultati tali da convincersi al cambiamento in pianta stabile. Italiano quest’anno è partito con il 4-3-3. Poi ha virato sul 4-2-3-1. Scrive La Gazzetta dello Sport.

Una variante del 4-4-2 con aggiunta di un uomo tra le linee, Bonaventura o Barak. Sulle linee difensive, a tre l’una e a quattro l’altra, si scaricano le differenze tra due universi poco paralleli. Qualcosa di comune affiora, in certe variazioni “posizionali” e nei palleggi dal basso. Ma parliamo di due squadre e di due allenatori diversi.

I principi base

Come la gran parte delle formazioni che praticano il 3-5-2, l’Inter, senza saperlo, si ispira al “tàijíquán”. Antica arte marziale cinese. Si adatta ai movimenti dell’avversario e lo colpisce di conseguenza. Non che non sappia attaccare di suo, e lo ha dimostrato nei derby di Champions, però è letale nelle ripartenze lunghe.

Quando vola sulle ali di Dumfries e Dimarco, riempie l’area con gli inserimenti di Barella e Mkhitaryan o innesca Lautaro. Domenica al Maradona l’Inter ha subito il Napoli. E, in dieci per l’espulsione di Gagliardini, è riuscita lo stesso a segnare il gol di un 1-1 molto temporaneo. Questo per dire che l’Inter inzaghiana conforma la propria strategia a chi le sta davanti. Si difende da chi attacca e riparte; attacca chi si difende.

Italiano vuole che la Fiorentina aggredisca in alto e sottragga spazi e linee di passaggio agli avversari. Non è detto che ci riesca sempre. Ed è impossibile che possa farlo per 90 minuti. Ma la Fiorentina di Italiano ha l’istinto del lupo, morde per non essere morsa. Il macro-dato sul baricentro, la posizione media mantenuta sulla scacchiera, conferma l’impressione.

Nell’attuale Serie A l’Inter poggia su un baricentro a 51,5 metri. La Fiorentina sta quasi tre metri sopra, a 54,3. Il dislivello descrive una tendenza non sottile: Inzaghi più riflessivo, Italiano più aggressivo. Le propensioni però variano di gara in gara. Di sicuro, lo dicono i dati, la Fiorentina concretizza di meno. 12 per cento di realizzazione contro il 15 dell’Inter.

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