Rassegna Stampa

In ventimila oggi al Franchi, millecinquecento andranno in Germania: attendono il riscatto

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Per cancellare la vergogna, adesso, servono solo cuore e orgoglio. Sì, perché quattro gol in campionato, senza essere capaci di battere nemmeno un colpo, erano due anni che la Fiorentina non li subiva. E sempre lì, nell’Olimpico per certi versi maledetto. In panchina, in quel marzo 2015, c’era Montella e quella con la Lazio era la settima gara in 23 giorni, quattro vittorie (tra cui il passaggio agli ottavi di Europa League dopo aver superato il Tottenham e il successo nella semifinale d’andata di Coppa Italia contro la Juventus a Torino), due pareggi ed uno stop, per quanto rumoroso.

Adesso serve la risposta di tutti, in particolare dei senatori, a cominciare da Astori. E’ il baluardo della difesa, fin qui il solo sicuro di avere la maglia da titolare nella difesa che verrà. E’ l’unico difensore ad aver trovato una rete in campionato (contro il Crotone al Franchi, per altro decisiva per evitare la sconfitta) e pure quello che, al di là del black out di Roma – evita il 3-0, ma sbaglia subito dopo – ha dimostrato un rendimento pressoché costante durante tutto l’arco della stagione.

Riflessivo in campo e istintivo nello spogliatoio per sua stessa ammissione, è stato il primo a cercare di scuotere il gruppo dopo la batosta rimediata perché è di quelli che se deve dire qualcosa va a diritto e non risparmia il fiato. E’ successo in passato (pure ad Empoli la scorsa stagione dopo il ko dei viola) e c’è da scommetterci che da uomo di polso qual è Astori abbia cercato di dare il suo contributo anche nei giorni scorsi, pur di ritrovare subito il giusto punto d’equilibrio.

Il resto dovrà farlo Gonzalo, capitano che ha assoluta necessità di ritrovare gradi e temperamento. Troppo gravi gli errori commessi mercoledì scorso per non suscitare in lui la voglia di un riscatto immediato. Se anche avesse già deciso di svincolasi a fine campionato per cercare un’offerta economicamente più interessante altrove, ha assoluto bisogno di dimostrare maggiore affidabilità.

L’effetto boomerang, del resto, è sempre l’altra faccia della medaglia. E fin qui, nelle 16 gare disputate in campionato, non raggiunge complessivamente nemmeno la sufficienza media. Non può accontentarsi: per se stesso e pure per quella fascia da capitano che da oltre un anno è stretta al suo braccio. Fu Sousa, la scorsa stagione, a?.degradare il veterano Manuel Pasqual: Gonzalo ora deve rimettere la barra al centro per portare al termine il campionato nel miglior modo possibile e non può perdere tempo.

Firenze non merita di dover esaurire la pazienza. Al Franchi, questa sera, gli spettatori presenti non andranno oltre i ventimila, non certo un record, ma è a loro che dovrà essere rivolta la reazione della Fiorentina. E’ una questione di rispetto. In Germania, giovedì ne voleranno più o meno 1500, stando almeno ai dati dei biglietti venduti fino ad oggi, perché i tifosi non si tirano indietro per definizione.

E’ la squadra, ora, che deve fare il passo in avanti decisivo. Nelle prossime due settimane si deciderà molto del futuro della stagione per questo, intanto, c’è da battere l’Udinese, anche perché poi al Franchi arriverà il Milan di Montella e in ballo lì c’è l’Europa per davvero. Prima, però, bisognerà concentrarsi sui tedeschi del Moenchengladbach, perché la strada verso la finale di Solna non può fermarsi, come un anno fa, ancora ai sedicesimi di finale. Toccherà ai big, a partire da stasera, dare una scossa. Tatarusanu dovrà provare a superarsi. C’è da mantenere l’imbattibilità interna in campionato, ma più di ogni altra cosa non si potranno lasciare punti per strada, come già accaduto in passato (vedi Napoli e Genoa). I paracaduti sono finiti: per cancellare la vergogna servono solo cuore e orgoglio. Per Firenze e per la Fiorentina.

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