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In Lega oggi si decide sui fondi privati. Senza soluzione il calcio rischia grosso

Serie A

Due fondi pronti ad entrare nel calcio italiano: potrebbero portare 1,5 miliardi di euro in un momento di grande crisi

Profondo rosso. Deve aver pensato a queste due parole il ministro dello sport Vincenzo Spadafora quando lunedì 5 ottobre il presidente della Lega di Serie A Paolo Dal Pino gli ha illustrato la situazione economia del pianeta di vertice del calcio italiano, assediato dall’uragano Covid. Un modo per far capire che questa nave in tempesta ha bisogno di trovare qualche porto sicuro perché altrimenti rischia di non farcela. Morale: oggi, l’assemblea dei 20 club è chiamata a un passaggio in qualche modo storico. Dopo il via libera all’unanimità dell’8 settembre alla scelta di aprire un percorso di partnership con un fondo private equity e la cessione di una quota di minoranza della Serie A per far entrare risorse fresche, si parla di un miliardo e mezzo di euro anche se le modalità delle offerte sono diverse, si passa alla fase della scelta. Così scrive La Gazzetta dello Sport.

DUE SOLUZIONI. Ci sono due soluzioni: da una parte la cordata Advent/Cvc/Fondo Strategico Italiano, data in vantaggio dai sondaggi delle ultime ore, dall’altra quella che fa capo a Bain Capitale NB Renaissance. Ci si vedrà «in presenza» a Milano con l’eccezione dello stesso Dal Pino, ancora in isolamento per la positività al Covid, che sarà comunque collegato da Roma.

TRE SCENARI. Gli scenari possibili sono tre. Da una parte, ovviamente, la vittoria di una delle due cordate. Dall’altra una sorta di nulla di fatto, con effetti tutti da verificare, se nessuna soluzione raggiungerà il fatidico colle dei 14 voti, la maggioranza qualificata su cui tante possibili decisioni si sono incagliate. Stavolta, però, non c’è in gioco la disputa su un presidente più o meno gradito, quanto una situazione economica che rischia il punto di non ritorno. C’è poi un elemento fretta che gioca la sua parte. Proprio oggi si discuterà del bando per i diritti tv della serie A all’estero. E proprio questo è il terreno su cui la soluzione vincitrice dovrà portare l’auspicato valore aggiunto. I 370 milioni italiani dell’ultimo quadriennio (2018-2021) sono brutalmente staccati dal miliardo e 200 milioni della Liga e dall’1,9 della Premier.

PERDITE. Ma qual è il percorso che potrebbe nascere oggi? La Lega A sostanzialmente dividerebbe la sua parte «sportiva» da quella che riguarda la commercializzazione del prodotto. L’acquisizione di una quota di minoranza consentirebbe l’arrivo di capitali preziosi in un momento di grave crisi. Prima del Covid l’indebitamento complessivo dei club di A era arrivato a 2,5 miliardi, nelle ultime settimane le perdite ipotizzate per alcune delle società più grandi fanno paura: dai 204 milioni della Roma ai 195 del Milan ai 90 della Juventus. Nascerebbe una newco, che si occuperebbe proprio di questo: valorizzare il prodotto. Soprattutto nel campo dei diritti tv. Sarebbe proprio la nuova media company a gestire le trattative, senza intermediari, con i broadcaster.

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