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Rassegna Stampa

Immobile-Cairo, la Procura Federale potrebbe aprire un’inchiesta dopo Lazio-Torino

Cairo

La Procura Federale potrebbe aprire un fascicolo la Lazio pronta a denunciare il presidente del Toro

Veleni, rabbia, denunce e forse un’altra inchiesta in arrivo. La partita infinita tra Lazio e Torino, aperta dal caso tamponi a fine ottobre e trascinata per mesi tra ricorsi e polemiche per il rinvio “causa di forza maggiore”, si è chiusa nel modo peggiore. Anzi, si può dire non sia ancora terminata, perché nelle prossime ore la Procura Federale dovrebbe aprire un fascicolo. Scrive il Corriere dello Sport.

Questa volta, sarebbe sorprendente il contrario, finirà nella bufera Cairo per lo show interpretato in tribuna autorità quando l’arbitro Fabbri ha fischiato la fine della partita, decretando la salvezza del Torino, e per l’aggressione verbale nei confronti di Immobile consumata all’interno degli spogliatoi dell’Olimpico prima di presentarsi (imperturbabile) davanti ai microfoni di Sky. Un episodio svelato da Ciro con un attacco durissimo al suo ex presidente pubblicato sui social intorno a mezzanotte.

Cairo avrebbe accusato il centravanti della Lazio e della Nazionale di aver giocato “con il sangue agli occhi” e di essere sceso in campo, nella contestatissima partita d’andata, positivo al Covid. Gli ispettori federali della Procura erano presenti nello spogliatoio. Hanno visto, ascoltato e preso nota. Consegneranno una relazione e non è escluso che Chiné proceda d’ufficio, visto il clamore e raccolte le notizie di stampa.

ATTESA

Per questo motivo, come ha scritto nel dispositivo, il giudice sportivo si è riservato “eventuali altri decisioni” in attesa di ricevere gli elenchi di gara, in cui potrebbe non essere stato inserito Urbano Cairo. Se fosse accertato il vizio formale, il presidente del Torino incorrerebbe in sanzioni per essere sceso negli spogliatoi senza permesso. Nella sostanza conterà di più cosa è successo, bisognerà ricostruire i fatti attraverso le testimonianze. Mastrandrea, nell’attesa, ha squalificato Tare sino al 31 maggio “per avere, al termine del primo tempo, nel tunnel che conduce agli spogliatoi, affrontato con modi minacciosi il direttore di gara che tentava di raggiungere, impedito nell’intento. Sino al 24 maggio è stato inibito Davide Vagnati, ds del Torino, per avere “al termine della gara, negli spogliatoi, proferito un’espressione blasfema, rilevata dal collaboratore della Procura Federale”.

ACCUSE

La Lazio, attraverso il portavoce Roberto Rao, all’ora di pranzo ha diffuso una nota durissima. Tare aveva già rilasciato una dichiarazione all’Adnkronos per difendere Immobile. Il comunicato, con la regia di Lotito, ha invocato un intervento delle istituzioni sportive e preannunciato denunce. La società non è stata tenera nei confronti di arbitro e Var. E ha formulato un atto d’accusa a Cairo, alludendo alla duplice veste di presidente del Toro e di editore. Dentro ci sono i veleni e le tensioni accumulate in sette mesi.

«All’Olimpico sono successe cose molto gravi per il mondo dello sport, che la Lazio non può far passare sotto silenzio. Una reazione scomposta, del presidente Urbano Cairo, fuori luogo e in violazione delle norme, anche di lealtà e correttezza, di cui qualcuno dovrà rispondere nelle sedi preposte: nessuno può permettersi di avere atteggiamenti padronali, tantomeno a casa nostra. La verità l’ha mostrata il campo: la Lazio, a partire da Ciro Immobile, ha profuso ogni energia per onorare fino all’ultima partita il campionato, anche se qualche discutibile interpretazione e tanta sfortuna hanno tolto alla squadra un successo meritato.

Il calcio è anche questo, ma forse qualcuno sperava in qualcosa di diverso. E questo non è il calcio, non è il nostro calcio. Proprio per questo tuteleremo il nostro Capitano e la Società in tutte le sedi, legali e sportive, dalle accuse infamanti che rispediamo convintamente al mittente. Il nostro campionato è stato accompagnato da una incessante campagna diffamatoria, che ha macchiato l’immagine sportiva della Lazio e ne ha condizionato i risultati. Non permetteremo che accada di nuovo».

REPLICA

Cairo ieri mattina ha risposto sui social alle accuse di Immobile. Ha rievocato le cessioni al Borussia Dortmund e al Siviglia, il ritorno a Torino e il mancato riscatto. Un fuori tema sorprendente. Cosa ci combinava il passato con i fatti denunciati da Ciro? Più tardi ha azionato la retromarcia, cambiando direzione. Così ha accusato Immobile di slealtà per aver cercato il rigore concesso da Fabbri.

«Era una partita con livelli alti di tensione e per noi era molto importante. Per me il fatto che si giochi con il sangue agli occhi va benissimo, fa parte dell’agonismo: si fa così e la Lazio ha onorato il campionato. Ma non è leale cercare un rigore quando non c’è, non si fa. Quando vedo un giocatore bravo come Immobile buttarsi a terra e chiedere un rigore, non è correttezza. Qualche caduta di troppo, qualche protesta di troppo, ecco cosa non mi è piaciuto».

Al conto mancano un gol regolarissimo annullato a Ciro e due rigori (più netti) non visti da Fabbri e senza che Aureliano al Var intervenisse. Sublime il tentativo di chiudere il caso. «Gli ero e gli sono molto affezionato, è un pupillo e l’ho sempre portato in palmo di mano. Per me finisce qui, farò il tifo per Ciro agli Europei, gli auguro di segnare tanti gol e il meglio per lui e la sua famiglia». Pensate se non gli fosse stato affezionato…

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