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I vostri pensieri per il Capitano: “Caro Davide, ti scrivo…”

Oggi, 4 marzo, è una triste data per tutti i tifosi viola e non solo. Un anno fa infatti se ne andava il nostro Capitano. Abbiamo raccolto i vostri ricordi a lui dedicati

Caro Davide,

sono qua a scriverti dopo quasi un anno dalla tua scomparsa, non nel giorno esatto perché conoscendomi so già che non ci sarei mai riuscita.

Non è comunque facile scrivere queste parole perché, te lo assicuro, sto tremando. Ancora non riesco a realizzare quello che è successo l’anno scorso, perché, più che ci rifletto sopra e più mi rendo conto che non è umanamente possibile che un ragazzo di soli 31 anni che fa un lavoro dove i controlli fisici sono all’ordine del giorno, venga a mancare così, da un giorno all’altro, senza un apparente motivo.

Ti scrivo questa lettera perché sono sicura che mentre sto scrivendo tu, da lassù, stai leggendo tutti i sentimenti che sto esprimendo in questa lettera, per te, per la squadra, per la tua famiglia ma anche per tenere vivo per sempre il tuo fantastico ricordo.

Da come ti ricordano tutti i tuoi compagni di squadra eri il Capitano perfetto, si il capitano con la “C” maiuscola: quello che spronava a fare sempre meglio ai giovani, quello che al momento giusto sapeva sempre cosa dire. Io, sfortunatamente non ti ho mai conosciuto ma una cosa che mi è sempre rimasta in presso di te è il fatto che eri, ma sono sicura che lo sei tutt’ora, da lassù, sempre sorridente, caratteristica che secondo me ti faceva trasmettere tanta positività alla squadra, insomma una caratteristica che ha sempre fatto la differenza.

Il giorno della tua scomparsa doveva essere un giorno importante per me: il giorno della mia Cresima, data dove tutto era stato progettato alla perfezione e dove erano accorsi parenti da ogni dove.

Però c’è stato qualcosa che non è andato secondo i piani e che ha scombussolato non solo me ma una città intera, chiusa nel dolore per una perdita così grande.

I giorni seguenti sono stati un miscuglio di emozioni, dove tra esse prevalevano soprattutto il dolore e la tristezza.

La settimana dopo quel fatidico momento, faticavo a realizzare e mi aspettavo che tu, come ogni domenica, saresti stato li, nel ruolo di Capitano a difendere la nostra porta.

Però tutto doveva ricominciare: dalla scuola al lavoro e anche il campionato. La domenica seguente giocavamo in casa contro il Benevento e proprio per tenere vivo il tuo ricordo la mia meta quella domenica era propio lo stadio Artemio Franchi. Ero consapevole del fatto che non sarebbe stata mai e poi mai una partita come le altre ed é stato veramente emozionante vedere tutti i ragazzi della squadra indossare la tua maglia, con il numero 13, che rimarrà sempre e solo il tuo numero, durante il riscaldamento pre-partita. Dopo aver ascoltato la lettura della formazione c’è stato un momento in cui non sono riuscita a trattenermi, e mi sono lasciata andare in un pianto disperato, quando hanno fatto vedere, sul maxi schermo, un filmato con delle tue foto con in sottofondo “Terra degli uomini” di Jovanotti.

Nel mentre scorrevano le tue immagini e le note di questa splendida canzone risuonavano, Firenze era silenziosa, come se una luce si fosse spenta, ed è proprio quello che era successo.

Tutt’ora, quando ascolto quella canzone piango, piango veramente tanto perché è veramente significativa.

Quel maledetto giorno ha lasciato nel mio cuore, come nel cuore di ogni appassionato calcistico ma soprattutto nel cuore e nell’anima di ogni fiorentino, una cicatrice che non potrà mai richiudersi del tutto.

Davide voglio confessarti una cosa, nonostante la mia tenera età, sono da sempre stata una tifosa sfegatata che, invece di innamorarsi di boyband si innamorava, ma si innamora ancora tutt’oggi di calciatori. Proprio per il fatto che ho solo 14 anni non ho mai capito il significato della parola “bandiera” nell’ambito calcistico perché nella mia, nonché tua squadra, non ho mai avuto l’opportunità di vedere una vera e propria leggenda, come lo sono stati Baggio, Antognoni e Batistuta, che magari persone nate prima di me hanno avuto la fortuna di vedere e ammirare.

Ecco, adesso invece penso proprio di aver capito il significato a pieno: la “bandiera” é una persona che unisce un’intera città, per svariati motivi e, caro Davide, penso proprio che tu possa essere una delle nostre. Certo, rimane il fatto che di solito le “bandiere” sono quelli che in qualche modo hanno fatto la differenza, ma secondo l’umile opinione di una giovanissima tifosa viola, tu potresti essere definito così, perché in un momento difficilissimo hai unito tutto il “popolo” viola.

Sono estremamente convinta che tu continui a guidarci da lassù, rimproverandoci quando necessario e applaudendo nei momenti di gioia.

Non so davvero come la nostra bellissima squadra abbia avuto così tanta forza da “rialzarsi” più forte di prima, penso però che l’unica “arma” sia stata il fatto di sapere che tu sei e sarai sempre il dodicesimo uomo in più. Questo tragico evento ha reso tutti noi, tifosi e squadra, più forti perché abbiamo la consapevolezza che tutti i risultati che avremo saranno per te, oh nostro Eterno Capitano.

Poi venitemi a dire che il calcio è solo un gioco e che non trasmette emozioni. Ci sono alti e bassi, come in ogni aspetto della vita, ma è normale che sia così.

Caro Capitano, come ultima cosa volevo ricordarti che il tuo ricordo sarà sempre in me, ed in ogni tifoso viola.

Dalla tifosa più viola di sempre,

Bicchi Virginia

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