Nelle ultime gare il tecnico aveva cambiato poco, ma a Cremona più di mezza squadra. La Fiorentina ha però continuato a vincere
Stretto tra le due partite di Conference e con un gruppo in salute mentalmente ma col serbatoio (quasi) in riserva, stavolta Italiano ha varato un turnover un po’ più spinto rispetto alle ultime settimane. Se tra la gara col Milan e l’andata col Sivasspor erano stati soltanto due i cambi infatti, a Cremona il mister ha presentato una squadra diversa per sei undicesimi rispetto a quella di giovedì. E se il cambio in porta è stato obbligato, gli altri cambi rispondevano invece all’esigenza di gestire forze e prevenire infortuni. Così scrive il Corriere Fiorentino.
TURNOVER. Basta pensare a Nico Gonzalez, ieri a riposo in favore di Saponara (anche lui non al 100% e sostituito dopo 45’), che sabato non aveva nemmeno preso parte alla rifinitura. E poi Barak al posto di Bonaventura, Milenkovic di nuovo titolare per far riposare Igor, Mandragora per Castrovilli e Cabral al centro dell’attacco dopo aver lasciato spazio a Jovic in coppa.
VALORI AGGIUNTI. Fin dall’inizio la Fiorentina ha preso in mano il gioco, dimostrando di avere la spina sempre ben attaccata. E così, dopo mezz’ora ben giocata, alla prima, vera palla buona, i viola hanno colpito. Merito di Mandragora (sempre più fondamentale) e di Barak. Un altro che, in questi primi mesi di 2023, è riuscito finalmente ha trovare se stesso.
BELLEZZA. Una squadra molto più matura, presente, e con l’attenzione di chi sa che arrivati a questo punto ogni pallone può esser quello decisivo. Meno spettacolare di altre volte, magari, ma efficace e concreta. Sia in attacco, che in difesa. La bellezza però, scorre nelle vene delle squadre allenate da Italiano. E basta pensare al gol dello 0-2 di Cabral (il sesto nelle ultime sei partite) per averne conferma. Un’azione splendida, iniziata da Brekalo, rifinita dall’uno-due Mandragora-Barak-Mandragora (ancora loro) e chiusa dal brasiliano.
Di
Redazione LaViola.it