I granata ripartono dopo la batosta contro l’Inter, la Fiorentina deve ancora trovare armonia e certezze
Un punto di partenza, anche fuor di metafora, perché è il primo passo del Torino in campionato e arriva dopo lo shock del debutto in casa Inter (5-0). Un punto di partenza significativo, perché preso contro una squadra da eurocoppe, più accreditata quindi nelle gerarchie della Serie A, anche se la Fiorentina ancora deve trovare armonia e certezze, ed è al secondo pareggio consecutivo. Così scrive La Gazzetta dello Sport.
PARI E PATTA. Il pari è comunque un verdetto giusto, la Fiorentina si velocizza a inizio ripresa, quando entra Fagioli per Sohm, ma non dura tanto e, anzi, chiude rintanandosi in tanti corner che il Toro potrebbe anche utilizzare meglio, ma verso la fine la stanchezza toglie lucidità nelle mischie troppo affollate. Se Pioli prepara un disegno con un trequartista e due punte di peso (3-4-1-2), ma non ottiene alcun gol, Baroni prosegue con l’idea necessaria del 4-3-3, rimpolpando il centrocampo dopo un’estate a prospettare il 4-2-3-1.
VIOLA AFFATICATA. La Fiorentina fatica ad arrivare nell’altra area, nonostante Pioli presenti Gudmundsson vero numero 10, come la sua maglia, e due sfondatori come Kean e Piccoli. Per superare la boscaglia granata, spesso a 4-4-2 con Casadei che esce su Sohm, la Viola punta sui duelli fisici degli attaccanti, ma Maripan e soci non cedono; usa all’inizio troppo i lanci ma riesce a distendersi quando può aprire a destra su Dodò. Anche se da oggi è in programma la prima sosta per le nazionali, non si può stilare un bilancio profondo della nuova Fiorentina perché l’andirivieni dei giocatori, in entrata e in uscita, modifica continuamento l’aspetto della squadra di Pioli. Il quale sostiene che sceglierà il sistema in base ai calciatori, e in panchina c’era anche l’ultimo arrivato, Nicolussi Caviglia, un regista dal piede preciso.
TRIDENTE. La chance migliore del primo tempo sgorga da un contropiede (bravo Israel su Piccoli), nella ripresa c’è anche un salvataggio di Kean nella porta del Toro quando stava entrare un colpo di testa di Gosens, ma l’arbitro ha poi fischiato un fallo, salvando l’azzurro dalla figuraccia. La sua partita rimane comunque troppo confusa, si intestardisce a volte tirando da lontanissimo, oppure manca il dialogo con i due colleghi: meglio il debuttante Piccoli, generoso ma non incisivo Gudmundsson. Il tridente viola deve crescere.
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Redazione LaViola.it