Come riporta la Gazzetta dello Sport, insostituibile per Sinisa Mihajlovic, intoccabile per Walter Mazzarri. Non ci sono divergenze di vedute tecniche o tattiche che tengano: quando parli di Iago Falque tutti gli allenatori granata vanno d’amore e d’accordo. Merito dell’ala spagnola, l’uomo in più del Toro contemporaneo. Sono proprio i suoi allenatori a sottolineare l’apporto prezioso dell’ex genoano che è diventato, un giorno dopo l’altro, uno dei leader dello spogliatoio più con l’esempio silenzioso che con le parole urlate: «Iago è una sicurezza, un giocatore affidabile che non tradisce mai – diceva ancora a fine dicembre l’allenatore serbo che in granata lo ha diretto per diciotto mesi -. E’ l’unico che garantisce un rendimento continuo rispetto allo scorso anno».
Più fresca la conoscenza di Mazzarri, ma anche il giudizio del tecnico di San Vincenzo non si discosta da quello del suo predecessore: «In generale preferisco parlare della squadra, ma un’eccezione per Iago Falque la faccio – diceva qualche giorno fa l’allenatore granata -. Lui fa tanta roba in avanti, ma mi piace perché è un vero professionista che lavora sempre nell’interesse della squadra. Iago è il giocatore che incarna al meglio lo spirito che voglio dal “mio” Toro». Convergenze di vedute, cui per ora non si unisce il selezionatore delle Furie Rosse Lopetegui: certo, la Spagna vanta un impressionante bacino di attaccanti esterni da cui pescare, ma una chance Iago la meriterebbe.
La sintesi dei giudizi lusinghieri della doppia M granata (Mihajlovic più Mazzarri) è tutta nei numeri: quest’anno, in Serie A, ha collezionato 27 partite su 27 e e con 9 gol segnati in oltre duemila minuti giocati è il capocannoniere granata. Eppure, a cercare il pelo nell’uovo, adesso il Toro si aspetta da Iago una nuova svolta: l’attaccante galiziano, infatti, non segna da 45 giorni, dalla sfida contro il Benevento schiusa proprio dal suo gol di testa siglato in apertura. Decisamente lunga un’astinenza del genere per un giocatore che si fregia – con il laziale Milinkovic-Savic – del titolo di re dei «bomber-non bomber», visto che più di loro hanno segnato soltanto attaccanti di ruolo. Anche se la sua utilità si è comunque avvertita con gli assist serviti ad Acquah contro la Sampdoria, a Nkoulou contro l’Udinese e a Niang contro il Verona. D’altra parte, Iago non vede l’ora di raggiungere la doppia cifra e di lasciarsi così alle spalle il primo obiettivo stagionale, bissando il traguardo raggiunto lo scorso anno quando chiuse a quota 12 gol (e 8 assist) in 35 partite.
La «fame» di gol di Iago Falque è la stessa di Mazzarri che pretende che il Toro diventi più cinico sottoporta. Ecco perché lunedì, alla ripresa della preparazione, l’allenatore ha messo «sottotiro» i suoi tiratori scelti, con quella lunga chiacchierata in mezzo al campo che ha avuto a fine allenamento con Belotti e Iago Falque. Perché se il Toro aspetta con ansia che il Gallo torni a segnare e a fare la cresta con continuità, proprio il galiziano può dargli un sostanzioso aiuto nel fargli da spalla in area avversaria. Un compito duplice, quindi, visto che Iago non può perdere di vista anche la catena di destra. Disquisizioni tattiche, con le richieste dell’allenatore per riprendere il discorso andato in scena nel primo tempo dell’Olimpico quando il Toro ha fatto bella figura prima di una ripresa di tenore completamente diverso. Un Toro che però deve diventare glaciale quando si tratta di sfruttare le occasioni che riesce a creare. La Fiorentina, prossima avversaria domenica, è avvisata. Anche perché nella scorsa stagione Iago la perforò a Torino con uno dei gol più belli della sua stagione.
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Redazione LaViola.it