Rassegna Stampa
Il Torino ritrova Buongiorno: Juric lo vuole a uomo su Belotti
I granata ritrovano il capitano del futuro in difesa, insieme a Rodriguez. Sfida nella sfida con il Gallo, grande ex di serata
Nella storia di un campionato arriva sempre il momento in cui il quando e il dove diventano circostanze fondamentali. Il quando sarà questa sera, il dove sarà allo stadio Olimpico Grande Torino. Questa è l’ora dei leader, e il Toro fa un pieno di energie e di adrenalina potendo nuovamente contare sulla bandiera per antonomasia. Riecco, allora, Alessandro Buongiorno, trentasei giorni dopo l’infortunio di Cagliari (26 gennaio), dopo le cinque partite del mese di febbraio senza di lui che hanno segnato un rallentamento dei granata nella rincorsa europea (cinque punti in cinque partite). Buongiorno non vede l’ora, Juric anche, il Toro fa un ricarica di spirito, di carisma, di leadership e anche di forza in vista dell’incrocio delicatissimo contro la Fiorentina che sta per arrivare, scrive La Gazzetta dello Sport.
DUELLO. «Buongiorno giocherà titolare, per forza!», esclama con tono quasi perentorio Ivan Juric alla vigilia. Toccherà a lui guidare il Toro in una serata che nelle intenzioni del mondo granata dovrà essere quella del riscatto dopo il doppio passo falso consecutivo contro la Lazio e poi in casa della Roma. Buongiorno ritroverà vecchi amici, i compagni di mille battaglie. Accanto a lui si riprenderà il suo posto anche Ricardo Rodriguez, il capitano di questa epoca granata. Djidji sul centrodestra. Juric ha consegnato ad Alessandro Buongiorno il compito di seguire a uomo, a tutto campo, Andrea Belotti. «Speriamo che Buongiorno riuscirà a fermarlo», dice il tecnico. E allora, sta per andare in scena anche un confronto dal grande fascino tra il capitano del passato e il capitano del futuro dei granata. Si conoscono bene i due, perché Alessandro ha cominciato a respirare l’aria della prima squadra da giovane promessa della Primavera proprio nel momento in cui il Gallo viveva, probabilmente, la sua migliore parabola in carriera prima di decidere di andare via da Toro in silenzio rifiutando le ricche offerte di rinnovo avanzatagli in più occasioni dalla proprietà. Ma questa è un’altra storia.