Editoriali

Il Tap-In – Un bagno di umiltà per una squadra che deve ritrovare il suo spirito migliore

Published on

Non solo nuovi acquisti: la Fiorentina deve ritrovare grinta e concentrazione dopo il recente calo

Non potremo sempre vincere, arriveranno tempi meno brillanti ed è in questi che chiedo a tutti di rimanere al nostro fianco. È stata la predizione di Raffaele Palladino pochi giorni fa al culmine del momento d’oro con le otto vittorie di fila e il record di sessant’anni fa eguagliato. Sapeva, il tecnico, che quella “magia” non potesse durare in eterno. La sua squadra era andata oltre alle più speranzose previsioni: in termini di risultati, di gioco, di spirito di sacrificio. La Champions negli occhi dei tifosi, il sogno di poter rimanere nelle prime posizioni a lungo. La sfida da primato con l’Inter, il dramma di Edoardo Bove, il senso di smarrimento, la vittoria a fatica col Cagliari, un equilibrio da ritrovare, l’esultanza di Vincenzo Italiano, il ribaltone dell’Udinese. Tutto in serie, nel giro di pochi giorni, con la classifica che si fa più sfilacciata e la Fiorentina che lascia ufficialmente il quarto posto con Juventus, Bologna e Milan che ne approfittano.

UN BAGNO DI UMILTÀ. Ma che succede a una squadra che proprio in prossimità del giro di boa e del mercato di gennaio ha rallentato improvvisamente la sua corsa? Non siamo stati la solita Fiorentina – ha detto il ds Pradè dopo la sconfitta coi friulani – dobbiamo ritrovare nostra strada, l’umiltà e la voglia di giocare che non abbiamo avuto. E poi ripensando a quanto accaduto a Edoardo Bove, ha aggiunto: “Dopo la sua situazione avevo paura finisse la magia ma la squadra deve capire che tutto quanto è andato bene, tutti abbiamo passato questo brutto momento e adesso dobbiamo ritrovarci e tornare quelli brutti e sporchi che lottano su ogni pallone e che non lasciano niente al caso. Speriamo che tutti in questi giorni, compreso me, facciano un bagno di umiltà per ripartire forti“.

PER LA CHAMPIONS SERVE DI PIÙ. Non sono dichiarazioni banali e Pradè ha scelto di non girare troppo sul problema ma di andare al cuore per provare ad analizzarlo con immediatezza ed efficacia. Innanzitutto l’umiltà e lo spirito di una squadra “brutta e sporca” che lotta su ogni pallone. Insomma, ricordarsi che se la Fiorentina è arrivata in alto e ha saputo battere anche le big è perché ha affrontato tutte le squadre con l’aria di chi per avanzare deve dimostrare qualcosa in più delle altre. Niente viene regalato, anche quando si ha la sensazione che la fortuna giri dalla tua parte. In realtà è lo spirito, l’approccio (con l’Udinese nel secondo tempo è mancato), il mettersi in discussione a ogni occasione, la cura del dettaglio e la gestione del tempo. Contro i friulani la Fiorentina è passata in vantaggio, ha sfiorato il raddoppio e pensato all’intervallo che il più fosse stato fatto. Concentrazione che viene a mancare, intensità che si affievolisce salvo ritrovarsi soltanto negli ultimi minuti. Troppo poco, davvero pochissimo per chi ha scelto di lottare per un piazzamento Champions.

IL MERCATO PUÒ AIUTARE MA NON BASTA. Palladino ha escluso il calo fisico e certamente i dati che avrà rilevato lo confermeranno. “Non eravamo dei fenomeni prima, non siamo scarsi adesso dopo due sconfitte” – ha aggiunto il tecnico che è tornato però su quel che non ha funzionato: “Dobbiamo alzare il livello, fare quel qualcosa in più che prima facevamo“. Come dire: ci siamo un po’ accontentati, pensavamo che bastasse meno per arrivare al risultato. Non è così. E il mercato non potrà magicamente cambiare le sorti della squadra. Certo, potrà aiutare il tecnico a ritrovare il giusto equilibrio magari con un centrocampista con le caratteristiche di Bove e con uno o due alternative offensive a Kean e a Colpani, soprattutto. Ma la sessione invernale è complicata, anche se si dispone di un grosso budget. Servono idee mirate, calcolate, funzionali. Nessun nome altisonante che male si incastra nelle logiche di un gruppo già strutturato. Perché tutto parte dalla testa, dall’obiettivo da raggiungere, dalla determinazione del collettivo. Palladino finge di non interessarsi al mercato (“Non so nemmeno quando apre, se ne occupa la società, parlate con loro“) ma in realtà i colloqui sono iniziati da tempo e proseguiranno anche nei prossimi giorni per definire al meglio chi inserire per alzare il livello e chi far partire per evitare che le scorie del malcontento contagino anche altri elementi in rosa.

20 Comments

Popular Posts

Exit mobile version