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Il sogno azzurro di Bernardeschi

Bernardeschi. esordio in azzurro
Berna corre. Avanti a cento all’ora all’inseguimento di un sogno: l’Europeo. Del resto, non c’è tempo da perdere. Berna corre. Prima ha convinto Paulo Sousa, poi ha sedotto Conte. Adesso, resta l’ultimo sforzo. Quello più importante e difficile. Spazzare via gli ultimi dubbi dalla testa del ct e volare in Francia. Ci sono tredici giorni, a partire da oggi, prima che l’ex allenatore della Juve annunci le sue scelte. La lista dei 23 sarà infatti ufficializzata il prossimo 31 maggio anche se, già lunedì prossimo (quando Conte stilerà la rosa dei pre-convocati) si capirà qualcosa in più. Quello che parte oggi, del resto, non è che uno stage.

Molti dei 28 selezionati per esser chiari (escluso Bonucci, non ci sono i calciatori di Juventus e Milan) non hanno nessuna chance di partecipare all’Europeo. Eppure, Bernardeschi, dovrà fare sul serio. Fin da subito. Conte pretende il massimo e Bernardeschi l’ha capito in occasione delle amichevoli di marzo. Prima con la Spagna (match giocato alla grande), poi (ed è andata decisamente peggio) con la Germania. Nel mezzo un sacco di lavoro. Intensità, concentrazione, sempre e comunque a tutta. Non a caso, le sue successive uscite con la Fiorentina, non sono state all’altezza. Come se avesse accusato lo sforzo (fisico e mentale) richiesto dal ct. Adesso però, sa cosa lo aspetta. Sudore, applicazione quotidiana a Coverciano, e (se lunedì verrà inserito tra i pre convocati) una sola amichevole (il 29 maggio a Malta) nella quale giocarsi tutto. La sensazione, ad oggi, è che le sue quotazioni siano in rialzo.

Niente di scontato, sia chiaro. Di certo c’è che Bernardeschi in questi mesi si è conquistato la stima di tutti. «Merita l’Oscar come miglior italiano del campionato», ha detto qualche giorno fa Marcello Lippi che presto assumerà l’incarico di direttore tecnico delle nazionali azzurre. Del resto, basta dare un occhio ai numeri per rendersi conto di quanto sia stata fragorosa l’esplosione del Piccolo Principe viola. In campionato ha messo insieme 33 presenze (quasi tutte da titolare), segnando due reti e confezionando 5 assist. In Europa, invece, ha giocato sette gare, segnando 4 gol. Tutto questo considerando che, salvo rare eccezioni, Berna è stato costretto in un ruolo non suo. Esterno destro, a macinar chilometri sulla fascia come fosse un terzino. «L’anno prossimo vorrei giocare trequartista – ha ammesso il ragazzo – e ne parlerò con Sousa ». Senza polemica. Solo e soltanto la voglia di tornare se stesso. Come domenica all’Olimpico. È stata, quella, una prova generale in vista del futuro. Il risultato, tutto sommato, è stato discreto: un gol, un assist, e una traversa.

In pratica, una prova da numero “10”. E il mercato? La premessa, necessaria, è che tutti i club più importanti d’Europa lo hanno fatto seguire. Psg, Chelsea, Zenit e (soprattutto) Bayern Monaco. Di voci ce ne saranno tante. La Fiorentina però, salvo offerte irrinunciabili (superiori ai 30 milioni) non ha intenzione di farlo partire. Non ora. E se giocasse un grande Europeo? Domanda legittima, perché spesso le grandi manifestazioni cambiano le carte in tavola. Berna, nel frattempo, corre. E posta frasi su Instagram: «Per essere grandi bisogna prima di tutto essere piccoli. L’umiltà è la base di ogni vera grandezza». Con una postilla: «Un ideale per cui sono pronto a morire».
Con questo spirito, di certo, sarà più facile realizzare il sogno Europeo.
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