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Editoriali

Il sindaco non si tocca… ma la promessa di Pradé e la filosofia del Corvo sono agli opposti. Bandiere a rischio in questa calda estate

Il sindaco non si tocca. Il messaggio che il tifo viola sta facendo passare è pressoché unanime: Borja Valero deve restare alla Fiorentina. Le dichiarazioni d’amore del todocampista spagnolo nei confronti di Firenze e dei fiorentini si ripetono con costanza. Ultimo su tutti il tatuaggio con le coordinate di Ponte Vecchio accompagnato da un “Per sempre nel mio cuore” che non può che alimentare l’amore dei supporters viola nei confronti di chi con il 20 sulle spalle vorrebbe chiudere la carriera calcistica a Firenze ed aprirne una umana nel capoluogo toscano con i suoi figli ormai fiorentini.

Il sunto del discorso è piuttosto chiaro: Bernardeschi può anche partire, ma Borja no. Perché in fondo Berna ha strappato applausi ed ha fatto esultare, ma Borja ha saputo scaldare i cuori attraverso la vita social e le dichiarazioni d’amore verso Firenze. Cosa che al 10 viola non è mai riuscita del tutto. Anzi. L’amicizia con Buffon ed un possibile futuro alla Juventus hanno portato sempre più il rapporto tra la tifoseria e Bernardeschi ad un reciproco rispetto, ma mai al vero amore. Come a dire: se rimane bene, altrimenti che se ne vada pure. Anche perché l’offerta la Fiorentina l’ha fatta. Ed importante. Ed il temporeggiamento messo in atto da Bernardeschi non è piaciuto e non sta piacendo a gran parte del popolo gigliato. Inoltre c’è quel concetto di bandiera che non è altro che illusione: immaginarsi un Bernardeschi a vita a Firenze, con la 10 sulle spalle e la fascia di capitano al braccio è impresa ardua se non impossibile. Eppure, nelle idee di Andrea Della Valle, c’era proprio questo.

Dopo l’addio di Gonzalo Rodriguez in ballo c’è anche la fascia di capitano. Che in origine doveva finire sul braccio dello stesso Bernardeschi, quando il rinnovo sembrava più in discesa. Ma poi si è spostata sempre più verso quello di Borja Valero. Tuttavia c’è un però…anche sullo spagnolo. La promessa di prolungamento di contratto ad ingaggio invariato (1,7 milioni netti) fino al 2021 che gli era stata fatta da Daniele Pradè è rimasta sempre e soltanto una promessa. Con l’arrivo di Pantaleo Corvino, e con il conseguente drastico cambio di visioni sugli ultra trentenni e sugli ingaggi pesanti, Borja ha visto le speranze di rinnovo sempre più allontanarsi.

“Chiudere la carriera a Firenze? Io lo vorrei, ho ancora due anni di contratto, vediamo quello che succederà”, ha detto a più riprese nel corso di questa stagione Borja. Il suo procuratore ha ribadito il concetto: il rinnovo con prolungamento deve arrivare. E senza drastici ritocchi al ribasso come nel caso di Gonzalo. Altrimenti… Non è scontata una sua permanenza a Firenze. Che nell’ottica del tifoso, e probabilmente dello stesso Borja Valero, è una logica inconcepibile, ma in quella di Corvino e dell’agente di Borja, con un contratto in scadenza al 2019, urge di una riflessione. Se Corvino non intende rinnovargli il contratto alle cifre che lo spagnolo vuole (e che gli erano state promesse) fino al 2021, allora l’agente potrebbe chiederne la cessione. Allo stesso tempo, se l’entourage di Borja e Borja stesso non accettasse la filosofia di Corvino e della Fiorentina, lo stesso dg viola potrebbe chiedere all’agente di trovare squadra ed offerta, piuttosto che perderlo gratis nel 2019.

Perché Corvino, che piaccia o meno, ragiona così. E lo si è visto con Gonzalo. Meglio spendere 2-3 milioni per un trasferimento piuttosto che alzare i costi fissi di qualche centinaia di mila euro. E qui entrano in ballo ammortamenti e concetti economici che con la gestione precedente ha portato la Fiorentina ad avere bilanci in rosso costante visto che il patrimonio viola vedeva costi fissi per ultratrentenni molto alti ma prezzi di cessione pressoché nulli. Come per i casi Pizarro, Aquilani etc…Giocatori portati poi a scadenza. Come Corvino ha fatto con Gonzalo, e come vorrebbe evitare di fare anche con Borja. Anche perché il credo del Corvo è chiaro, e pluriennale. E difficilmente cambierà idea o filosofia, anche se si tratta di un giocatore che il fiorentino vorrebbe sindaco.

A Gennaio lo spagnolo ha rifiutato un’offerta economicamente pesante dalla Cina. L’anno scorso in ballo c’era la Roma. Corvino lo avrebbe anche venduto. Ma lui è voluto restare qui. E la volontà è la medesima anche a questo giro. Ma stavolta lo scontro con il Corvo potrebbe portare ad epiloghi inaspettati. A meno che Borja non sposi la gestione Corvino. Allora il matrimonio potrebbe continuare. Intanto c’è da capire se Berna e la Fiorentina saranno ancora sposi. Ed anche qui tutto può ancora succedere.

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