Riccardo Saponara non giocava una partita per intero, con 90 minuti di fila, da quasi un anno. Lo ha fatto, per la seconda volta in maglia viola, contro il Crotone. Gara nella quale è stato anche il giocatore viola che ha corso di più: ben 11,766 chilometri. Bastano forse i dati fisici per confermare un dato di fatto: Ricky è tornato. Perché la qualità, in fondo, in pochi l’avevano messa in discussione anche nei momenti più difficili. Tempi duri, dall’intervento estivo agli infortuni e alle ricadute. Ad una condizione fisica precaria e ad un ruolo marginale anche come posizione tattica.
Poi il colpo di reni, la forza d’orgoglio, una stella che lo trascina da lassù. E Riccardo si è preso sulle spalle la Fiorentina. Contro il Crotone è stato lui ad accendere spesso il gioco. Senza il regista Badelj, con tante seconde linee in campo. L’assist per Chiesa è la sintesi di una grande giornata: uno-due chiuso con i tempi perfetti, raddoppio viola e partita in discesa. Perché poi anche sul vantaggio di Simeone l’azione era partita dal piede di Saponara.
È il quarto assist stagionale per il numero 8 viola, dopo quelli contro Benevento (per Vitor Hugo), Verona (per Gil Dias) e Sampdoria (per Sanchez). “Senza Badelj andrà aggiunta qualità in qualche altra zona del campo”, aveva detto Pioli alla vigilia della sfida con il Crotone. Il destinatario era evidentemente l’ex Empoli. Nel primo tempo fa nascere l’azione del vantaggio e poi impegna Cordaz con un tiro di mancino, nella ripresa si esibisce in un’azione in velocità con Chiesa prima del raddoppio sempre sull’asse con Fede. E nel finale, al 90′, c’è ancora lo zampino di Saponara con un tiro deviato dal portiere calabrese.
Mica male, per chi fino ad un mese fa sembrava un elemento estraneo alla Fiorentina. “Il dramma mi ha sconvolto, ma ho accolto il dolore che mi ha reso una persona più forte”, ha detto Saponara dopo il match. Già, inevitabile pensare che dietro la rinascita di Ricky ci sia proprio lo zampino di Davide. Grandi amici e legame speciale, da dentro una forza d’orgoglio che spinge ad andare oltre ostacoli e limiti. Da qui parte il riscatto del numero 8 di Forlì.
Di
Marco Pecorini