Il polacco aveva ricevuto critiche in questo inizio di stagione, ha risposto con una prestazione maiuscola
“Ci sono delle gerarchie, i ragazzi lo sanno”. Così Vincenzo Italiano si era espresso prima del Genoa sul ballottaggio tra i pali tra Dragowski e Terracciano. Espulso contro la Roma in uscita fuori area, il polacco era stato sostituito molto bene (come praticamente sempre è accaduto) da ‘San Pietro’, come l’aveva rinominato Commisso dopo il successo con l’Atalanta. Lì si era aperto ancor più il dubbio tra due portieri di livello, sciolto però dal tecnico che ha ridato fiducia a Bartlomiej. E il polacco, a Udine, ha vissuto il pomeriggio del personale riscatto.
DECISIVO. Già contro il Genoa, in realtà, aveva contribuito alla vittoria viola con quella parata su Destro nel primo tempo. Mentre contro l’Inter non era stato impeccabile sui primi due gol nerazzurri. A Udine, invece, è stato un vero protagonista per il sudato successo esterno. Dopo 55 minuti quasi da spettatore, Drago si è allungato prima alla grande sul piazzato di Beto, poi ha detto di no al mancino di Makengo. Soprattutto, nel finale, ha sbarrato la strada a Deulofeu, certificando tre punti d’oro per la Fiorentina.
PORTA INVIOLATA. Interventi che gli sono valsi la palma di migliore in campo in Friuli. Non solo, perché con le parate del polacco la Fiorentina è tornata a non subire gol, con il primo clean sheet del campionato. Insomma, nella filosofia del ‘difendere bene e attaccare benissimo’ di Italiano, stavolta anche grazie agli interventi di Dragowski i viola sono riusciti a vincere pur segnando un solo gol (su rigore). La strada per crescere passa anche (e forse soprattutto) da vittorie così. Così come il percorso di maturazione di un portiere che, ricordiamolo, ha ancora 24 anni.
Di
Marco Pecorini