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Rassegna Stampa

Ferrara su La Nazione: “Tutti (ma proprio tutti) vogliono essere Robin”

Il giocatore viola non è solo indispensabile in campo, anzi, è il capitano senza fascia negli spogliatoi 

Nell’editoriale pubblicato su La Nazione, Benedetto Ferrara racconta la sconfitta della Fiorentina a Siviglia con tono leggero e affettuoso, celebrando la figura di Robin Gosens come simbolo di spirito di squadra e umanità, in una narrazione che unisce calcio, emozione e memoria.

Tutti vogliono essere Robin“, scrive Ferrara, tratteggiando un ritratto del giocatore tedesco che va ben oltre il campo. “Il capitano senza fascia che sfonda sulla sinistra e poi la passa al capitano con la fascia che rimette in corsa la Fiorentina sotto di due gol“. Robin è “il compagno di classe che ti passa il compito senza chiedere niente in cambio“, “quello bravo che però non se la tira“, “che vive di pallone ma studia psicologia“. Una figura quasi ideale, che diventa il volto migliore della squadra. “Lui che ne ha viste tante ma ancora ha voglia di imparare“, sottolinea Ferrara.

Passando alla partita, si osserva come, nonostante gli avvertimenti della vigilia (“sarà fondamentale tenere botta all’avvio degli spagnoli“), la squadra sia partita male: “Cinque minuti e boom. Sei già sotto. Mannaggia“. Poi la gara si trasforma in “una partita un po’ folle“, in cui “la Fiorentina si sveglia, sembra lì lì per pareggiare ed ecco la seconda botta“.

Eppure, la reazione c’è stata: “San De Gea. E poi i due capitani e gol. Ok. Ci rivediamo giovedì“. Ferrara ridimensiona anche l’avversario: “Certo che questo Betis era stato presentato come una specie di Barcellona“, ma “non sono belli e impossibili: con Dodo in campo e Kean al cento per cento, le possibilità per andare in finale ci sono eccome“.

Poi uno sguardo al prossimo impegno: “Adesso è subito campionato. A Roma, in casa di un gentiluomo chiamato Claudio Ranieri, quello che ha resuscitato i giallorossi». Di Ranieri, Ferrara parla con affetto: “Umile, calmo, sempre padrone della situazione“, ricordando come abbia “ridato vita alla Fiorentina con quella ripartenza dalla B e dal ritiro di Roccaporena“.

Infine, un aneddoto personale a chiusura del pezzo: “Una sera un gruppo di giornalisti si ritrovano a cenare in un ristorante e scoprono che al tavolo accanto c’è il fratello del tecnico romano“, e da lì uno scherzo che si conclude con “Claudio Ranieri entra in sala stampa con occhi di fuoco e urla: ma li mortacci… e poi ride a tutto volume“. Ferrara chiude celebrando due uomini fuori dal comune: “Beh, di lui, come di Robin, si può solo parlare bene“. Un omaggio a chi, con semplicità e carattere, lascia un segno dentro e fuori dal campo.

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