Prosegue su LaViola.it il nuovo appuntamento settimanale con Il punto del ‘Ragazzo che gioca bene’. Le vicende viola viste, senza filtri, dall’occhio di Francesco Flachi.
Partiamo dall’argomento caldo di questa settimana: le dichiarazioni nel weekend di Andrea Della Valle. Lui è il patron viola quindi può dire quello che pensa. Ha parlato di amarezza per la contestazione. Deve però capire che il dispiacere dei tifosi è causato soprattutto dal campo, e dallo scarso rendimento della squadra. Episodi come la sconfitta con il Borussia M’Gladbach o la prestazione con il Palermo messe insieme pesano. Sono questi episodi che danneggiano la Fiorentina. In una situazione ancora non stabile a livello di campionato hai ancora la possibilità di finire in Europa League. Se fossi andato a vincere ad esempio contro l’Empoli, saresti di fatto in zona qualificazione. Dall’anno scorso, e poi quest’anno, sarebbe bastato poco in più in fase di mercato e l’andamento sarebbe potuto essere migliore. Questo è ciò che i tifosi possono criticare ai Della Valle.
Si è parlato molto anche dello sfogo di Bernardeschi dopo il gol di domenica contro il Sassuolo. Penso sia dettato dal nervosismo e dalla tensione di non aver giocato. Fede è un elemento di qualità, che dovrebbe essere sempre titolare, quello che si deve mettere la squadra sulle spalle e trascinarla. Nell’ultimo periodo però non è stato determinante, vuoi per problemi fisici o altro. Quindi la panchina ci può stare. I giocatori più forti dopo periodi positivi spesso si rilassano perché si sentono appagati, io stesso l’ho fatto, e la panchina è la miglior medicina per questo. La risposta giusta lui l’ha data proprio sul campo, entrando e cambiando la partita con il suo gol e le sue giocate. E sicuramente sabato giocherà dall’inizio.
Dopo settimane di speculazioni sembra tutto fatto per Pioli come successore di Paulo Sousa. L’andamento altalenante dell’Inter nelle ultime partite potrebbe alimentare un po’ di scetticismo, ma bisogna vedere quanto la colpa in realtà sia dell’allenatore o di chi va in campo. Stefano è una bravissima persona, umile, semplice. Non è un allenatore che si agita in panchina però ti sa parlare e ti trasmette nella sua tranquillità qualcosa di importante. Conosce bene l’ambiente, e questo conta tanto. Lui sa cosa vuole il fiorentino: non vuole né Maradona né Platini, vuole vedere andare in campo giocatori che danno tutto per la maglia. Se si vince ovviamente è meglio, ma questo vuole vedere la gente di questa città. Il fiorentino ci mette l’amore e la passione e vuole che la squadra faccia lo stesso. Stefano questo lo sa e sa anche il modo in cui si deve rivolgere ai tifosi viola. E saprà trasmetterlo ai giocatori che rimarranno e quelli che verranno.
Sarà poi il campo a parlare per lui. Sicuramente l’allenatore nuovo porterà nuovi stimoli, competizione tra i giocatori che giocano nello stesso ruolo e tra quelli che sono stati poco utilizzati da Sousa. Poi bisogna però vedere cosa succederà nel mercato, chi andrà via, chi resterà, quanti soldi verranno investiti. Il prossimo anno ci sono due squadre in più, le milanesi, che non staranno alla finestra a guardare e la competizione sarà ancora più agguerrita. La Fiorentina, soprattutto senza l’Europa, potrebbe essere una mina vagante come la Lazio e l’Atalanta sono state quest’anno. Molto dipenderà dall’organico che verrà allestito.
di Francesco Flachi
Di
Redazione LaViola.it