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Il protocollo medico sportivo: cosa prevede e perché è fondamentale per la sicurezza degli atleti

Malore Bove - Fiorentina

A tutela della salute degli sportivi agonisti c’è una legge di sette articoli: esami comuni a tutti e specifici approfondimenti

Il caso di Edoardo Bove ha riportato l’attenzione sul protocollo medico sportivo adottato in Italia, uno dei più rigorosi al mondo. La Gazzetta dello Sport fa una panoramica su come funzionano le visite di idoneità, gli accertamenti obbligatori e le conseguenze per i club che non rispettano le regole.

1. Qual è la normativa di riferimento?

Il Decreto del Ministero della Sanità del 18 febbraio 1982 regola la tutela sanitaria degli atleti agonisti. La legge stabilisce che chi pratica sport a livello agonistico deve sottoporsi a controlli medici preventivi e periodici per ottenere l’idoneità sportiva. Le federazioni sportive nazionali e i medici qualificati sono responsabili dell’accertamento dell’idoneità.

2. Gli accertamenti sono uguali per tutti?

Alcuni esami sono standard, mentre altri dipendono dalle condizioni individuali dell’atleta. Se durante la visita emergono sospetti clinici, il medico può prescrivere ulteriori esami specialistici come ecocardio, holter, tac coronarica o risonanza magnetica, fondamentali per individuare eventuali patologie cardiache.

3. Gli esami obbligatori

Tutti gli atleti agonisti devono sottoporsi a una serie di controlli, tra cui:

  • Misurazione di peso, altezza, vista e udito.
  • Esame delle urine.
  • Spirometria.
  • Elettrocardiogramma sotto sforzo per valutare la tolleranza allo sforzo fisico.

4. I calciatori di Serie A seguono protocolli più avanzati?

Sì, oltre agli esami obbligatori, i club di Serie A adottano procedure più dettagliate. Durante le visite partecipano specialisti come cardiologi, ortopedici, medici dello sport e talvolta oculisti e psicologi. Inoltre, vengono eseguiti esami del sangue e controlli approfonditi sugli arti inferiori (e sulle mani per i portieri).

5. Cosa accade se un atleta non supera la visita?

In caso di mancata idoneità, il giocatore può presentare ricorso entro 30 giorni presso una commissione medica regionale composta da specialisti.

6. L’efficacia degli screening in Italia

Il rigore del protocollo italiano ha portato risultati significativi. Dal 1982, le morti improvvise durante l’attività sportiva sono diminuite del 98%. Uno studio recente dell’Università di Padova e dell’ULSS 2 ha monitorato oltre 22.000 giovani atleti, evidenziando come il programma di screening cardiovascolare abbia potenzialmente salvato 69 vite.

7. Sanzioni per i club che violano le regole

Secondo l’articolo 43 delle Noif (Norme Organizzative Interne Federali), le società sportive devono comunicare tempestivamente alla federazione l’inidoneità di un atleta. Chi non lo fa o utilizza un giocatore senza idoneità rischia gravi sanzioni e l’indagine della Procura Federale.

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