Il 2-2 spettacolare contro il Sassuolo certifica le capacità della squadra di Italiano. Gioco e tante occasioni, i viola escono tra gli applausi
Anche il primo pareggio del campionato può essere visto come un segnale di crescita per la Fiorentina. «Voglia di non perdere», la chiama Vincenzo Italiano. Che si somma al «furore stupendo che ci ha portati alla rimonta». Già, perché la Viola proprio ha voluto non perdere alla fine una corrida che dopo un’ora sembrava essere tornata dalla sua parte. E se nei calcoli del finale c’è anche la sostituzione di Vlahovic, proprio il gioiello che esce gesticolando e implorando che «dobbiamo vincere», l’allenatore ha forse pensato a Empoli, all’ultimo k.o., nel recupero, prima della serie di tre successi consecutivi che lo hanno portato a ridosso della zona Champions. E il punto di ieri è servito ad agguantare Juve e Roma alle spalle del quarto posto. Insomma, intorno alla Fiorentina monta un entusiasmo comprensibile e meritato, anche se il sesto pieno di fila in casa viene fallito. Applausi, alla fine. Giusto così, scrive La Gazzetta dello Sport.
OCCASIONI. Alla torrenziale discesa verso l’area della Fiorentina, che porta a una decina di occasioni già nel primo tempo (ma troppo poche arrivano a Vlahovic), il Sassuolo risponde con la fresca qualità di altri suoi interpreti. Da Frattesi, ancora a segno, a Raspadori che usa l’esterno come un guanto di velluto per mandarlo in porta: 0-2 Sassuolo in 5 minuti, al 37’; 2-2 al 61’, un pareggio costruito in soli 10 minuti. E se non si vive di soli attaccanti, ecco che i migliori risultano due operai specializzati come il prodigioso Consigli (quanti miracoli) e l’indistruttibile Torreira (assist e gol, come se fosse un dieci).
‘GIOCHISTI’. Anche il duello fra gli allenatori è intrigante. Entrambi pensavano di poter vincere «se non fosse stato espulso Biraghi, decisione troppo severa», dice Italiano sul rosso a metà ripresa del suo difensore. «Se gestivamo meglio le situazioni in superiorità verso la fine» dice Dionisi. Comunque anche le mosse sono indicative. Sono squadre abituate a costruire contro il pressing accentuato. Nell’avvicinamento all’area, i viola spesso cambiano campo con precisione, viaggiando da un lato all’altro anche con una serie di passaggi rasoterra in anticipo su qualsiasi opposizione. Oppure vanno diretti a destra con la composizione di triangoli che lanciano Odriozola nel primo tempo o dall’altra parte con Saponara nella ripresa. Il Sassuolo invece non va nel pressing profondo, lascia giocare i centrali difensivi provocandone l’errore. E quando ha molto traffico davanti, può far scaturire le azioni dei gol con una partenza in dribbling di Lopez dalla sua area (0-1) o con una scivolata per evitare un fallo laterale di Ferrari (0-2).
PARI GIUSTO. La produzione della Fiorentina è stata comunque molto superiore (19-7 le occasioni) ma il portiere e gli sbagli di ogni tipo da vicino l’hanno penalizzata. L’esito è corretto.
Di
Redazione LaViola.it