Dopo i Della Valle e Cognigni, lascia anche Corvino. Una risoluzione consensuale dopo diverse conferme. Ora l’idea Pradè, per ricostruire la Fiorentina. E quel riferimento all'”Uomo nero…”.
Tempo di decisioni importanti, nel sesto giorno di Firenze per Rocco Commisso. La prima è già ufficiale: Pantaleo Corvino non è più il direttore generale della Fiorentina. Una conseguenza dell’incontro di ieri tra Joe Barone e lo stesso Corvino in albergo, al termine di una riunione che secondo alcune indiscrezione avrebbe avuto anche dei passaggi di tensione. Si è discusso sui modi della risoluzione del contratto e sulla buonuscita del dg, che aveva ancora un contratto con la Fiorentina.
ROTTURA. È, di fatto, il primo vero, grande cambiamento dell’Era Commisso. Dopo aver rilevato il club dai Della Valle, e dopo che anche Cognigni aveva naturalmente concluso il suo ruolo di presidente esecutivo, la separazione con Corvino è il primo punto di rottura con il passato. Una notizia che, stando ai primi messaggi e alle prime reazioni, è stata accolta con sollievo dalla piazza. Per un rapporto, con Corvino, con Cognigni e con i Della Valle, ormai logorato da tempo, specie dopo il disastroso finale di stagione che ha portato al rischio retrocessione. Del resto, le ultime sei stagioni con Cognigni e Corvino nei piani alti della Fiorentina hanno portato un undicesimo posto, un nono posto e un tredicesimo posto (dal 2009 al 2012), due ottavi posti e un sedicesimo posto (dal 2016 al 2019). Con decisioni sbagliate, scommesse sul mercato perse e una Viola sempre fuori dalle posizioni europee.
CONFERME. “Non amo licenziare, alla Mediacom ho 4500 dipendenti e non ho mai licenziato nessuno”, ha ripetuto più volte Commisso. Anche con Corvino, ha voluto precisare la nuova proprietà, non c’è stato un licenziamento. I direttori sportivi hanno contratti diversi, e spesso per ragioni di opportunità questi contratti possono anche terminare prima, il messaggio che arriva dalla proprietà. In questo caso si è valutato, da entrambe le parti, che forse la soluzione migliore per tutti era salutarsi, perché con una nuova proprietà era giusto ripartire con figure diverse. Fin qui, Commisso aveva sostanzialmente agito per conferme. In primis Giancarlo Antognoni, al suo fianco fin dall’arrivo dell’italo-americano a Firenze, e pronto ad un ruolo più operativo rispetto al recente passato. Si parla anche della carica di vice presidente. Vedremo, è attesa a breve l’ufficialità della nuova carica. Poi Vincenzo Vergine, confermato con la sua struttura a capo del settore giovanile e della Fiorentina Women’s. Al loro posto sono rimasti anche tanti dipendenti, e sono stati confermati anche diversi legali arrivati con i Della Valle (gli stessi che hanno permesso di risolvere il rapporto con Corvino e che stanno lavorando su alcune pratiche burocratiche). Quindi Montella: sembrava che l’allenatore fosse uno dei primi ruoli da cambiare, e invece l’Aeroplanino va sempre più verso la conferma. Contatti telefonici in attesa di un incontro di persona, ma la direzione è quella di continuare insieme, anche per il contratto in essere fino al 2021.
SQUADRA MERCATO. ‘Firenze è libera’, recitava uno striscione dei tifosi in occasione della presentazione di Rocco Commisso. Senz’altro è tornato l’entusiasmo, dopo mesi difficili conditi da contestazioni allargate, allo stadio e non solo. Ora l’imprenditore italo-americano è chiamato a inserire le persone giuste per ripartire con la programmazione. “Non siamo in ritardo sul mercato, serve pazienza”, ha ribadito Commisso questa mattina. Ma prima di partire per gli States, vuole gettare le basi per la nuova struttura societaria. Joe Barone sarà il suo braccio destro operativo, potrebbe essere con costanza a Firenze, specie nei primi tempi. Sarà nominato un amministratore delegato (Luca Scolari in pole), così come un direttore sportivo. Una nuova squadra operativa, sul mercato e non solo. Perché il tempo, in effetti, stringe, specie con oltre 40 giocatori da dover gestire e una squadra forse da ricostruire.
IDEA PRADÈ. Dopo che erano circolati diversi nomi, ora l’idea più calda è quella di Daniele Pradè. Arrivano conferme da più parti, senz’altro con Montella si andrebbe a ricongiungere una coppia che a Firenze portò un calcio divertente e sorprendente, che portò la Fiorentina a giocarsi i primi posti in campionato (tre quarti posti di fila) e a fare strada in Europa e nelle coppe (semifinale di Europa League, semifinale e finale di Coppa Italia). Anche in quel caso, con il tempo, non andò tutto liscio, ci furono grandi giocatori portati a Firenze e diversi colpi non azzeccati, ma non tutto fu ‘colpa’ della direzione sportiva. C’erano legami precisi con alcuni procuratori, con Ramadani, e trattative non sempre condotte dal direttore sportivo, come raccontavano diversi addetti ai lavori ai tempi. Una pluralità di voci decisionali che portò poi alla rottura dei rapporti.
Emblematico anche il riferimento di Pradè a Cognigni, due anni fa: “La famiglia Della Valle con me è sempre stata correttissima e mi ha voluto bene. Ho lavorato bene con Mencucci e Macia che mi hanno portato in viola e poi con Rogg e Angeloni. A livello societario e aziendale, la Fiorentina è un esempio, una macchina quasi perfetta. L’unico problema è stato il “demotivatore o l’omo nero” come veniva chiamato in società… e penso pure adesso”. Ora Pradè potrebbe tornare in viola, ancora dopo Corvino. Stavolta, senza Cognigni. Con l’obiettivo di ricostruire una Fiorentina ambiziosa. E che torni a far divertire.
Di
Marco Pecorini