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Il primato di Rocco e i nodi da sciogliere per rilanciare la Fiorentina. Centrocampo e attacco le priorità

Commisso

Commisso è il presidente più ricco del calcio italiano, ma per investire cerca di alzare il fatturato (con centro sportivo e stadio). E sul mercato…

Agnelli,Zhang, né il fondo Elliott o Friedkin, è Rocco Commisso il presidente più ricco del calcio italiano. 205° posto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo con un patrimonio di 9,05 miliardi di dollari, in aumento di 1,98 miliardi rispetto ad un anno fa, secondo gli ultimi dati di Bloomberg: numeri che fanno capire il peso di mister Mediacom a livello mondiale. Inutile dire quanto questa graduatoria abbia scatenato i commenti dei tifosi viola: da un lato chi sa che, con una proprietà così alle spalle, le potenzialità sono davvero elevate, dall’altro chi chiede, per lo stesso motivo, una squadra all’altezza che possa andare oltre un 10° posto raggiunto all’ultima giornata dopo un campionato passato nei bassifondi.

SOGNI E REALTA’. “Ad oggi non possiamo arrivare in Europa, in Champions League, il fair play finanziario non ce lo consente”, ha ammesso amaramente Commisso qualche giorno fa, facendo i conti dei soldi spesi nel suo primo anno a Firenze e delle perdite della Fiorentina tra Coronavirus e non solo. È chiaro, però, che uno come Rocco, abituato a primeggiare nel suo campo da anni, non ha speso certo 270 milioni finora per stare a metà classifica. Del resto, fin dal suo arrivo, la carica di entusiasmo aveva travolto tutti: Europa, vincere trofei, top 20 mondiali. La voglia c’è, ma in un anno Commisso si è scontrato anche nella realtà del calcio (e dello Stato) italiano. E per questo ha chiesto tempo: “Non faccio promesse che non posso mantenere, anch’io ho dei sogni ma per l’anno prossimo l’obiettivo è stare nella parte sinistra di classifica e migliorarsi. So che è difficile arrivare subito nei primissimi posti perché è un calcio competitivo”, ha aggiunto il presidente viola.

FATTURATO E FFP. Insomma, dal ‘fast, fast, fast’ di un anno fa si è passati alla ‘crescita ponderata’: Commisso lo ha ripetuto spesso, senza la crescita del fatturato, che passa inevitabilmente dai risultati sportivi ma anche e soprattutto dalla costruzione di centro sportivo e nuovo stadio, gli investimenti non potranno che essere limitati. E graduali. Proprio per il Fair Play Finanziario, che per alcuni pare valere un po’ meno (vedi Manchester City) ma che in molti casi può segnare anche eliminazione dalle coppe (vedi Milan) e/o multe da milioni di euro. Anche se i 70 milioni spesi a gennaio sul mercato (oltre ai milioni messi direttamente da Commisso tramite la sponsorizzazione Mediacom) hanno fatto ‘assaggiare’ le intenzioni del presidente viola. E hanno messo alcuni mattoni nella costruzione della Fiorentina che verrà. Amrabat, del resto, sarà un acquisto non da poco, così come un Kouame visto solo di sfuggita. Per il resto, oltre ad un budget ancora da decidere e ai soldi derivanti da eventuali cessioni pesanti (Chiesa su tutti, ma occhio anche a Milenkovic, ritenuto però ad ora incedibile), servirà la competenza calcistica degli uomini mercato per mettere a disposizione di Iachini una rosa che l’anno scorso risultò incompleta.

UN BIG IN MEZZO. In attesa di definire una strategia a 360° gradi anche in base alle idee tattiche del tecnico per il prossimo futuro, le priorità di mercato sembrano coinvolgere due reparti: centrocampo e attacco. In mezzo, del resto, ci sono state grandi difficoltà in questa stagione. Così come l’anno scorso. Arriverà Amrabat, sì, ma la Fiorentina cerca un altro giocatore di spessore. Da Nainggolan a Torreira, sono seguiti profili con caratteristiche diverse. Per un reparto che vedrà anche Castrovilli (incedibile, con la possibilità di indossare la maglia numero 10), Duncan e Pulgar. Badelj tornerà alla Lazio, Agudelo resterà per completare un percorso di crescita che comunque appare piuttosto lungo, mentre su Benassi c’è un bel punto interrogativo.

A CACCIA DI GOL. Davanti, invece, la Fiorentina è a caccia di gol. Di quelle reti arrivate con molta fatica negli ultimi due anni. Dipenderà anche dal modulo che sceglierà Iachini, ma Vlahovic potrebbe andare in prestito per completare il percorso di crescita (ma occhio ad un rinnovo che non è ancora arrivato, anche se il contratto è piuttosto lungo, fino al 2023). Belotti, Piatek, Mandzukic, più il sogno Milik: tanti nomi usciti nelle ultime settimane, qualche tentativo già fatto (anche in passato) per questi attaccanti. Chiaro che proprio davanti servirà un investimento importante e una scelta che dia una certa garanzia di gol (almeno sulla carta). Soldi che potrebbero arrivare, tra l’altro, da Federico Chiesa, l’unico per cui anche lo stesso Commisso ha dato da tempo il via libera, previo richiesta esplicita del giocatore. Ma la situazione resta intricata, e di non facile soluzione. Chi è disposto, oggi, a pagare 60/70 milioni? Difficile dare una risposta. Più semplice con qualche contropartita, ma la Fiorentina per ora fa muro. E se il 25 viola non chiedesse la cessione, complicato andare avanti insieme senza rinnovo (ed eventualmente, a che cifre?).

FRANCHI, L’ULTIMA SPERANZA. Insomma, in attesa di incontri e contatti la questione resta ingarbugliata, e di fatto condiziona in larga parte il mercato viola. Uno dei nodi da sciogliere per dare il via alla Fiorentina 2.0 di Commisso. Con il presidente viola che resta concentratissimo sul fronte infrastrutture, il vero snodo per il suo progetto di investimenti a Firenze: se sul centro sportivo ha già ‘minacciato’ di rinunciare a tutto qualora emergessero altri problemi dalla Soprintendenza, sul Franchi (la priorità di Rocco, con l’iter su Campi che comunque va avanti) l’ultima speranza è legata agli emendamenti al decreto semplificazioni. Si stanno muovendo varie forze politiche, e non solo la Fiorentina – ma tutto il calcio italiano – aspetta a gloria novità positive sulla questione stadi. Ci sarà, però, ancora da aspettare qualche settimana.

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