Rassegna Stampa
Il peso (doppio) dell’Europa: tra incassi, ranking e prestigio
Figli di una coppa minore. Eppure l’Europa League — nonostante gli stadi spesso vuoti, i lunghi viaggi in località sconosciute e gli orari improbabili — anno dopo anno vale sempre di più. Così attraverso quella che un tempo si chiamava coppa Uefa, la Fiorentina in questi anni con Montella e Paulo Sousa in panchina è cresciuta sia come squadra che come club.
Sul campo, i viola hanno accarezzato il sogno di una finale, battuto il Tottenham, la Roma e messo paura alla Juventus: risultati che oltre a far sognare i tifosi, sono serviti a scalare il ranking Uefa (il coefficiente che si basa sui risultati ottenuti) e guadagnarsi stabilmente un posto tra le teste di serie dei sorteggi. Nel 2012, quando arrivò l’Aeroplanino, la Fiorentina (nonostante le ottime annate prandelliane) era crollata fino al posto numero 53 della classifica Uefa. Un picco in basso cancellato in pochissimo tempo dalla risalita costante (riportata nel grafico a fianco) dell’ultimo quadriennio. Che ha fatto superare in classifica club come Ajax e addirittura Manchester United e che vale l’attuale ventiquattresima posizione. La migliore dell’era Della Valle: «Giocare in Europa non è scontato — dice capitan Gonzalo Rodriguez — l’abitudine di fare le coppe porta a pensare che sia tutto facile, ma posso assicurare che non è così: si affrontano squadre sconosciute e viaggi. E spesso non si ha il tempo di riposare». «La mentalità è una cultura — aggiunge Sousa — giocare queste competizioni aiuta nel processo di crescita. Sia in esperienza che in mentalità». Il peso (inteso come importanza) dell’Europa però si sente anche nelle casse viola. Perché se è vero che il divario con i soldi della Champions resta enorme, è vero anche che l’incremento dei ricavi varato quest’anno, rende il giovedì di coppa più importante che mai.
L’anno scorso la Fiorentina ha guadagnato 11,2 milioni tra premi Uefa e market pool (la divisione dei proventi dei diritti tv), ma quest’anno potrebbe (quasi) raddoppiare e sfiorare i venti. Molto ovviamente dipenderà da quanti turni eliminatori riuscirà a passare e che tipo di appeal avranno le avversarie: di sicuro ogni singola vittoria porta 360 mila euro, ogni pareggio 120mila, mentre vincere il girone (impresa tutt’altro che impossibile) significherebbe incassare 600 mila euro. E ancora: passare i turni eliminatori varrebbe dai 500 mila euro dei sedicesimi fino all’1,6 milioni della semifinale. Senza dimenticare i 6,5 milioni che andranno al vincitore, i circa 5 che arriveranno dai diritti tv e gli incassi del Franchi.
La notte con lo Slovan insomma non vale certo Manchester City-Barcellona, ma per la Fiorentina conta parecchio. In palio c’è l’ipoteca della qualificazione e la rincorsa di quel sogno (ben retribuito) chiamato finalissima.
