Il rigore battuto e segnato da Biraghi (con i cori dalla Fiesole), l’abbraccio con Vlahovic e Italiano: segnali importanti. A Roma per cercare di dare una ‘spallata’ a Sarri
Un momento quasi da sliding doors, della partita ma anche di questo inizio di stagione. Un calcio di rigore dal peso specifico enorme, quello di domenica pomeriggio contro il Cagliari. Pallone pesante, tensione alle stelle e probabilità di aprire una voragine di polemiche enorme. A risolvere la ‘patata (estremamente) bollente’ ci ha pensato Cristiano Biraghi. A quel “non me la sento” di Vlahovic, infallibile dal dischetto nell’ultimo anno e mezzo, ha risposto il capitano viola, con un gesto proprio… da capitano. Un segno di leadership e personalità, nel momento più delicato. Pensate a cosa sarebbe successo in caso di errore… Invece trasformazione impeccabile e via ad esultare sotto la Fiesole, con quel gesto del Capitano riferito ad Astori che ha ricucito un rapporto con i tifosi che negli anni è stato piuttosto controverso.
GRUPPO UNITO. Non a caso, poi, sono arrivati per due volte i cori personalizzati proprio per lo stesso Biraghi. Per la prima volta nell’esperienza fiorentina del terzino. Segnali che fanno capire il peso del capitano, in campo (anche se magari non sarà mai Roberto Carlos o Marcelo, ma forse nemmeno il “cane da bastonare”, come si definì a Moena) e nello spogliatoio. Non solo, perché anche quegli abbracci sia tra Biraghi e Vlahovic, sia poi di tutta la squadra intorno a Dusan dopo la splendida punizione del 3-0, hanno certificato come il gruppo sia estremamente unito nonostante le prime polemiche e i primi scricchiolii. Insomma, se ci si aspettava una risposta anche di carattere al brutto ko di Venezia, questa è arrivata. Forte e chiara.
SCELTE. Certo, non sarà tutto rose e fiori soprattutto per Vlahovic nei prossimi mesi, ma se le prestazioni resteranno su questo livello, di certo i mugugni saranno sempre limitati, come avvenuto domenica al Franchi. Già nella ripresa, infatti, da più settori sono arrivati gli applausi dopo l’ennesima battaglia sportiva vinta dal serbo contro i centrali sardi, e al termine lo stadio ha battuto le mani a tutta la Fiorentina. Firenze riparte, quindi, con una squadra che ha ritrovato le sue certezze e più sbocchi offensivi. Merito anche delle scelte di Italiano, che nonostante le prime critiche post-Venezia è andato avanti con le sue idee. Maleh ha risposto presente e ha dato brio alla mediana, Gonzalez a piede invertito dà più soluzioni. E soprattutto Saponara si è preso in mano questa squadra. Qualità e personalità che hanno portato alla standing ovation del Franchi.
TEST A ROMA. Difficile ora non dare (e allo stesso tempo chiedere) continuità dopo una prova così. A Roma contro la Lazio sarà un bel banco di prova per capire se il numero 8 viola può ripetersi anche con avversari di livello maggiore. Ma in generale sarà un test importante per tutta la Fiorentina. In primis per dare continuità di risultati e prestazioni, e poi per misurarsi con una squadra che compete per posizioni europee. I viola fin qui hanno battuto a domicilio l’Atalanta, per poi mangiarsi le mani contro Roma, Napoli e Inter con buone (e a tratti ottime) prestazioni ma avare di punti. La Lazio è una squadra che sta vivendo una stagione particolare, perché alterna ottimi risultati e grandi gare a tonfi inattesi. L’ultimo domenica a Verona, con il poker di Simeone che ha messo in forte dubbio tutte le certezze tecnico-tattiche di Sarri (con il caso di Luis Alberto, sempre in panchina nelle ultime tre gare, a far ribollire la Capitale).
‘SETTIMA SORELLA’. Una formazione ferita, quella biancoceleste, che andrà a caccia di rivincite, specie dopo il ritiro imposto direttamente da Lotito. E con l’Olimpico che fin qui ha portato bene, con tre vittorie su quattro in casa tra cui i successi con Roma ed Inter. Per la Fiorentina, però, un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Un test per capire se davvero può già pensare ‘da grande’. Il termine Europa, del resto, è già stato sdoganato dallo spogliatoio. Ma il tutto si deve concretizzare sul campo. E se si pensa, oggi, ad una delle cosiddette ‘sette sorelle’ da poter cercare di spodestare, la squadra più in difficoltà è forse proprio la Lazio. Lo dice la classifica (ad oggi i biancocelesti sono un punto dietro ai viola, 14 contro 15), ma anche il percorso di questo inizio di stagione, con un’altalena continua e la rivoluzione di Sarri ancora non tradotta in pratica. Insomma, c’è un avversario che vacilla (ad oggi può essere considerata proprio la ‘settima sorella’) ma che ha anche le qualità – come ha dimostrato contro le grandi e non solo – di poter far male in ogni momento.
‘SPALLATA’ A SARRI. L’occasione però per la Fiorentina è ghiotta. Dare una ‘spallata’ sportiva a Sarri (colui che più volte è stato accostato in orbita viola negli ultimi anni, senza mai arrivare ad un accordo) per dare una svolta verso l’alto alla stagione. Due allenamenti e mezzo per recuperare dopo il Cagliari, ma anche la fiducia ritrovata e un gruppo che ci crede. Snodo a Roma per Biraghi e compagni. Vincere e alzare l’asticella, o rimandare l’appuntamento con il salto di qualità.

Di
Marco Pecorini