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Il paradosso Pioli: cacciato dall’Inter, ma con una media pt comunque superiore a Sousa

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Stefano Pioli è ad un passo dall’essere il nuovo allenatore della Fiorentina. Il recente disastroso cammino sulla panchina dell’Inter è costato all’ex giocatore viola il posto alla guida dei nerazzurri. Sarà lui a sostituire Sousa. Ormai i dubbi sono pressoché stati spazzati via dall’insistenza con la quale Squinzi continua a non volerne sapere di togliere la clausola da 3 milioni per Di Francesco, e dal freschissimo esonero dello stesso Pioli dalla proprietà cinese dell’Inter. Dopo essere stato accolto con scetticismo ed aver assunto i crismi dell’eroe nel momento migliore in cui i nerazzurri erano finiti ad un passo dal terzo posto, è presto terminato sul banco degli imputati per la gestione dei cambi nelle ultime scellerate gare che hanno visto l’Inter perdere con Crotone, Genoa, Napoli, Fiorentina e Sampdoria, con nel mezzo i pareggi del derby e col Toro. A livello di umore, quello che assumerà la guida tecnica della Fiorentina, non è certo il Montella o Sousa di turno, allenatori in rampa di lancio e con la voglia di continuare un percorso di crescita personale e lavorativa. Ma arriverà un allenatore che dovrà riscattarsi. Questo dal punto di vista psicologico. Motivazioni per dimostrare quanto vale, sicuramente, non ne mancheranno a Pioli, che ha anche il vantaggio di conoscere il calcio italiano e la piazza dove approderà. Cosa che tutti i suoi predecessori hanno capito fino in fondo.

Poi ci sono i numeri. Quelli tattici, che dicono 4-2-3-1 come schema prediletto col 3-5-2 in seconda istanza, che si adatterebbe perfettamente alle caratteristiche di chi, dopo un’estate che si annuncia di rivoluzione, dovrebbe restare. Chiesa, ad esempio, Saponara, ed in teoria Bernardeschi. Ma la partita su quest’ultimo è ancora tutt’altro che chiusa. E poi il centravanti. Via Kalinic, dentro una punta. O forse permanenza di Babacar promosso a puntero titolare. Il tutto è ancora da valutare. Sicuramente serviranno due esterni difensivi. Cosa che manca da troppo tempo a Firenze. I numeri prettamente statistici, invece, raccontano un paradosso: Pioli, nonostante il recente momento disastroso vissuto all’Inter, e con gli stessi punti in classifica della Fiorentina di Sousa, ha una media punti stagionale più alta rispetto a quella di Sousa. Il portoghese, da quando è arrivato a Firenze, ha messo insieme 150 punti in 92 partite tra campionati e coppe per una media di 1,63 punti a partita. Pioli, invece, nelle sole 27 partite da tecnico dell’Inter ha ottenuto una media di 1,67 punti. 1.46 l’anno scorso alla Lazio, dove l’anno prima era arrivato ai preliminari di Champions con una media punti complessiva di 1,89 punti.

Non certo il tecnico in grado di far rialzare l’umore alla piazza, insomma, ma con un curriculum comunque buono. Fatto di gavetta ed un impatto sempre ottimo. Come testimonia il grande campionato alla Lazio culminato col 3° posto, o i risultati da tecnico dell’Inter nei primi mesi di avventura. Così come le salvezze a Chievo e Bologna. Tuttavia evidenzia un netto calo man mano che il tempo passa. Quasi sempre le sue seconde stagioni sono state un flop, così come la seconda e ultima parte di avventura a Milano. E se nelle intenzioni di Corvino c’è l’idea di gettare con Pioli le basi per un lungo ciclo, su questo aspetto, lo stesso Pioli dovrà riflettere e migliorare.

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