Editoriali
Il paradosso dei numeri. Tanti km percorsi ma fase offensiva da retrocessione
L’anno scorso di questi tempi la Fiorentina di Sousa lottava per il vertice della Serie A, col Franchi che scandiva il coro salutate la capolista, ed il gioco dei viola era tra i più apprezzati del torneo. Un anno dopo i numeri sono drasticamente differenti. E non solo per i punti che mancano alla classifica viola, che anche in caso di successo nel recupero contro il Genoa sarebbero comunque 7 in meno, ma a preoccupare è soprattutto l’involuzione a livello di gioco evidenziata dalla squadra di Sousa.
I numeri non mentono. 6 gol fatti, solo Crotone, Palermo, Udinese ed Empoli hanno fatto peggio. L’anno scorso erano più del doppio. Ma soprattutto 45 tiri totali verso la porta avversaria, penultimo dato del campionato di Serie A. Peggio ha fatto solo il Palermo. 23 nello specchio, e 22 fuori. Rispettivamente terzo e quinto peggior dato del torneo. E mettici il calo evidenziato da alcuni singoli. Ilicic su tutti, ma anche Kalinic che di questi tempi dodici mesi fa trasformava in oro tutto ciò che gli capitava a portata di piede. Ma forse c’è qualcosa di più dietro alle difficoltà di arrivare alla conclusione evidenziate da questa Fiorentina.
Eppure questa Fiorentina mette a referto un sacco di chilometri. Corre infatti in media 107 chilometri a partita la squadra gigliata, quarto dato del campionato. Sforzo che però non sta dando i risultati sperati. Anche perché il vero fulcro del gioco della prima Fiorentina di Sousa, ovvero la coppia Badelj-Vecino è solo lontana parente di quella vista un anno fa. Mentre palloni giocabili per Kalinic ne arrivano poco meno della metà. Laddove a correre era il pallone, adesso a correre sono i giocatori. Sforzi mal utilizzati, dunque. Chiave sulla quale lavorare in vista della ripresa dopo la sosta quando il calendario sarà più amico ai viola. Cambiare marcia è ancora possibile.