L’economista Umberto Lago, è uno dei padri del Financial Fair-Play dell’Uefa. Per 8 anni ha valutato le inadempienze dei club e dall’aprile 2014 al settembre 2015, responsabile ad interim della camera investigativa, ha indirizzato i patteggiamenti di Psg, City, Inter e Roma. Ha chiuso da vicepresidente, 4 mesi fa. Parla così a Repubblica: “La perdita aggregata dei club, nel 2010, era di 1,6 miliardi di euro e nel 2015-16 di 300 milioni. Scherzando, ci dicevamo che senza la serie A il bilancio sarebbe in pari. In Italia ci sono ancora pochi stadi di proprietà. Forse ci vorrebbe un Mondiale». I 220 milioni per Neymar sono uno schiaffo ai virtuosi.«L’Uefa valuta l’impatto economico. Supponiamo un’uscita di 230 milioni e l’entrata di un asset da 230 milioni, che grava sul bilancio per 110 milioni a stagione tra clausola e stipendio. Non è di per sé un male, se il club genera 110 milioni di nuovi ricavi. Il Psg arriva da due bilanci in utile: la procedura d’infrazione scatterà solo se, conteggiati gli utili precedenti, il deficit supererà i 30 milioni». Il Milan ha chiesto per primo il voluntary agreement, di natura più politica: bocciato. “Nel closing con la nuova proprietà i tempi di analisi dell’Uefa erano stretti. Il dossier verrà ripresentato dopo la pausa estiva e il mercato, in un periodo più adeguato per l’istruttoria. Il Milan dovrà dimostrare la continuità del business plan per 4 stagioni. La prima è libera e la campagna acquisti senza restrizioni ». Con spese azzardate, data l’esposizione finanziaria? «No, se il business plan sarà credibile. Per evitare sanzioni finanziarie o sportive, il Milan deve portare il bilancio in equilibrio in 4 anni, incrementando i ricavi. Nel piano potrebbero essere inseriti obiettivi: se incrementi gli stipendi più di un tot, scatta la sanzione. Ma le spese per la Champions rientrano nella logica di chi investe».

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Redazione LaViola.it