La Fiorentina di Beppe è aggressiva e si difende: missione quasi portata a termine, ma la punizione finale regala il pari al Bologna.
Il Bologna abbraccia un giusto pareggio quando la Fiorentina – pronta a santificare il Iachini-day – già assaporava il ritorno alla vittoria dopo una vita (30 ottobre 2019). Ma l’esordio viola di Beppe è andato in dissolvenza con la forza della lucida follia e dell’estro impossibile da inscatolare: Santander si prende una punizione a pallone e partita praticamente persi, Sinisa (ai suoi) dice «ora facciamo gol» e Orsolini fa il Dybala (stile Juve-Atletico Madrid) schiantando la propria ultima occasione di sinistro dove pochi possono e da dove (un angolo corto) lo specchio della porta è nullo, piatto. Pareggio nero per la Viola e balsamico per un Bologna dominante ma salvato appunto dall’Orso spaccatutto. Così scrive La Gazzetta dello Sport.
MURO. Con interventisti, contropiedisti e murature, Beppe Iachini edifica la partita che vuole: consegne semplici, giocate in ripartenza, soprattutto un pullman (dinamico) che è struttura basic per poter dare una fisionomia salvifica a una Fiorentina che ha bisogno di cose semplici e punti. Ecco, dieci uomini dietro la palla inquadrano la Fiorentina new age: Commisso (in tribuna e poi sotto la curva dei tifosi) dice che qualcosa è cambiato ma il troppo antiquariato a volte non splende abbastanza nella modernità del gioco che funziona adesso, quello offensivo e del cercare il gol in più. La missione-Iachini arriva quasi alla perfezione anche perché la perla di Benassi (botta al volo da 25 metri) consegna alla Viola il vantaggio e la possibilità di conservarlo con le proprie fortificazioni e le truppe in assetto compatto e respingente. Ma anche i muri conoscono le infiltrazioni: perché alla rete strepitosa dell’ex Toro risponde la sana follia di Orsolini.
DOMINIO E DOMINO. Il Bologna domina, tiene palla, crea e rumina ma abbina poche saette al possesso palla mancando anche troppe volte nel riempimento dell’area con più uomini, fattore decisivo quando si ha un Falso-9 in campo. Ed è lì che il domino di Iachini resiste, ma non troppo e non fino alla fine. Perché lo status quo è spesso squarciato dalla matita dell’artista. Poteva succedere anche a Chiesa (pietra tombale dello 0-2 fra i piedi, attimo atteso, palla parata), invece è successo a Orsolini con anche la collaborazione di Iachini.
LA BARRIERA. Minuto 49 s.t., il tecnico viola (che ha già messo un Ceccherini in più) si sbraccia come un dannato e si prende il giallo perché esce dall’area tecnica: deve dire a Chiesa di spostarsi su Soriano (libero) ma il problema è che resta il solo Venuti a schermare Orsolini. E’ la sottrazione decisiva. Perché tutti pensano che ci sarà un normale cross, prodromo della mischia d’area e del vada come vada. Ma Orsolini no: lui pensa altro. E ricama davanti a Mihajlovic.

Di
Redazione LaViola.it