Le parti politiche del governo si dividono sul mondo dello sport, alcuni ministri e il premier contrari alla linea ‘intransigente’ di Spadafora
Il calcio divide il governo. Nel giorno in cui il ministro dello Sport Spadafora prefigura apertamente lo stop definitivo del campionato di Serie A, il ministro per gli Affari regionali e autonomi Francesco Boccia ha parlato con i governatori avanzando la necessità di correggere le problematiche presenti sulla parte del decreto relativa agli allenamenti. Un problema del quale Conte avrebbe fatto volentieri a meno. A riguardo il presidente della Lazio Claudio Lotito al Tg2 non era stato tenero: «Il dpcm è illogico – aveva tuonato – perché un giocatore che appartiene ad uno sport individuale si può allenare nei centri sportivi e uno che appartiene agli sport di squadra non lo può fare. Troveremo Immobile e Dzeko ad allenarsi a Villa Borghese, Insigne sul Lungomare Caracciolo: è una cosa assurda». Boccia, rispondendo a Bonaccini sul trattamento disparitario che subiscono gli sport di squadra rispetto a quelli individuali, ha sottolineato che «qualcosa a riguardo va precisato, scrive Il Corriere dello Sport.
LE USCITE DI SPADAFORA. Fonti vicine a un paio di ministri di area Pd fanno sapere che le ultime uscite social e televisive di Spadafora “contro il calcio” non sono piaciute. E neppure Conte è soddisfatto della posizione dura del suo ministro dello sport, anche perché lui domenica parlando agli italiani si era speso per la ripartenza del pallone il 18 maggio con parole decisamente più rassicuranti rispetto a quelle di Spadafora. C’è aria di riflessione da parte del governo sul tema allenamenti?
PENSIAMO A SETTEMBRE. Dalla sua parte il ministro dello sport ha anche il vice ministro della salute Pierpaolo Sileri che a “Un giorno da pecora” su Rai Radio 1 ha osservato: «Mi sembra inverosimile al momento che riprenda il campionato. Lo dico nel rispetto dei calciatori perché il loro è uno sport di contatto, non come il tennis o la F1». E ancora Spadafora, poi, è andato oltre: «La ripresa degli allenamenti non significa che ci sarà una ripresa del campionato. Capisco quelli che dicono “Così si lascia tutti nell’incertezza”, ma se non si vuole incertezza, la strada è quella della Francia, dell’Olanda e degli altri Paesi che hanno fermato il calcio per questa stagione. Il sentiero per la ripartenza della Serie A è sempre più stretto e i presidenti dovrebbero pensare a come organizzarsi per riprendere in sicurezza il nuovo campionato, su ciò che accadrà a fine agosto. Le decisioni degli altri Paesi, come per esempio la Francia, che non sarà l’ultima, potrebbe indurre l’Italia a seguire una linea a quel punto… europea. Faccio un appello alla Lega e alla Figc: preparare un piano B perché le soluzioni sono tante».
Di
Redazione LaViola.it