NEL mondo degli affari il tempismo, spesso e volentieri, fa la differenza tra una operazione riuscita e una che chiude in perdita. Nel mondo del calcio moderno non c’è grande differenza. Lo dimostra quanto è appena accaduto in Cina: la Federcalcio locale, su pressioni del governo di Pechino, ha appena annunciato di aver chiuso i rubinetti che nell’ultimo anno hanno ricoperto di dollari i giocatori che hanno accettato di trasferirsi in oriente. E chi non è riuscito a cogliere in tempo l’occasione della vita difficilmente potrà farlo in futuro.
Ma cosa è accaduto e perché sono state introdotte nuove regole sugli ingaggi? Potendo operare in una economia che proprio di mercato non è, il governo ha deciso di mettere un freno alle spese dei club che militano nella Super League, arrivati a livelli record. E che hanno appena portato Carlitos Tevez a essere uno dei calciatori più pagati al mondo, quasi al livello di Cristiano Ronaldo e Messi: con la differenza che l’ex attaccante di Manchester City e Juventus andrà a vestire la maglia della sconosciuta Shanghai Greenland Shenhua, i primi due si sfidano nel “clasico”, una delle partite più seguite al mondo.
Ma Tevez – sbarcato l’altro ieri a Shanghai accolto da oltre mille tifosi che hanno mandato in tilt l’aeroporto – potrebbe passare alla storia del calcio di questi anni come l’ultimo campione approdato in Cina con ingaggi fuori mercato: d’ora in poi sarà difficile pagare fino a 38 milioni per due stagioni come è avvenuto per il centravanti argentino. Il governo si è mosso preoccupato dal fatto che soltanto dall’inizio dell’anno sono stati acquistati dai club cinesi giocatori per un totale di 363 milioni di dollari, a cifre che in Europa non si vedono nemmeno nella Premier League, il campionato che al momento si può permettere di pagare di più. Per dire, i brasiliani Oscar e Hulk hanno fruttato ai loro club di provenienza 63 e 59 milioni.
I timori sono anche altri: l’economia cinese sta rallentando, il Pil è cresciuto “solo” del 6,7 per cento nel 2016 e il governo ha messo un freno anche agli investimenti all’estero, per proteggere la moneta locale e vuole invece tornare a spingere sulle esportazioni dei prodotti locali. Da qui le difficoltà della cordata che vuole rilevare il Milan, che fatica ad ottenere il via libera per il trasferimento dei fondi in Europa. Quindi i soldi verranno spesi ma per fra crescere il movimento in Cina, da qui un piano miliardario per creare 50mila scuole calcio entro il 2020. Così, le nuove regole per gli ingaggi favoriranno i giovani.
Non potranno scendere in campo più di tre giocatori stranieri per squadra e in rosa non potranno essere più di cinque. Dovranno esserci in distinta 2 giovani sotto i 23 anni, di cui uno sempre in campo. Gli acquisti di giocatori oltre un certo livello saranno tassati e il ricavato destinato ai settori giovanili, a cui ogni club dovrà destinare il 15 per cento delle proprie spese. E per finire, verrà introdotto il salary cup, il tetto agli ingaggi (sul modello dello sport professionistico Usa), anche in base al fatturato delle società (sul modello del fair play finanziario della Uefa).
Di
Redazione LaViola.it