Le parole di Piero, primogenito maschio di Kurt Hamrin, nei giorni dell’affetto di Firenze nel ricordo del padre
«Non ci siamo mai sentiti soli». Parla così a La Nazione Piero Hamrin, uno dei figli di Kurt, leggenda viola scomparsa nei giorni scorsi. «Speravamo che ci fosse questa emozione e commozione, ma non ne sei mai sicuro, anche se hai la percezione dell’affetto che ti circonda. E che ha sempre circondato la nostra famiglia».
RINGRAZIAMENTI. «Dai tifosi in particolare e i fiorentini in generale che hanno risposto in maniera straordinaria. Come la società Fiorentina, con il presidente Commisso in testa, il dg Barone che fin da subito insieme ad Alessandro Ferrari si sono messi a disposizione, dandoci la possibilità di allestire la camera ardente allo stadio. Un grazie anche a padre Bernardo Gianni per le parole pronunciate durante il funerale. Poi tutte le autorità cittadine intervenute. Poi il 7Bello (qui la voce si rompe, ndr), senza voler togliere qualcosa agli altri. Ma il legame con papà era doppio. Poi tutti gli amici di famiglia che hanno riempito le nostre giornate. L’ho lasciato per ultimo, non per importanza: Moreno Roggi. Senza il suo aiuto e il suo conforto non sarei riuscito a fare tutto quello che ho fatto».
LEGAME. «Con papà ci intendevamo subito senza parlarci. Un legame unico, come con Firenze. Le confesso una cosa. Quando mi hanno chiamato dalla clinica non sono riuscito a vederlo vivo per l’ultima volta. Un dolore immenso che si è lenito solo guidando per Firenze: di notte è unica. Ha tutto un altro fascino, mi è venuto spontaneo, come faceva papà. Con la mamma si sono innamorati della città proprio per la sua bellezza che hanno visto per la prima volta venendo da Padova. Non c’era l’autostrada allora, ma solo la Bolognese. C’è un punto dove si apre il panorama su Firenze. Mi è venuto spontaneo passare da lì…».
Di
Redazione LaViola.it